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Primo de Lanzarote: un vermut canario con l’anima torinese

03/07/2023

Primo de Lanzarote: un vermut canario con l’anima torinese

Ferrán Adriá si è congratulato per l'originalità del suo vermut. Per Martín Berasategui è il migliore mai assaggiato e ne rifornisce i suoi ristoranti pluristellati. Davide Musci, il suo creatore, sta cercano un distributore in Italia che sappia valorizzare il suo “Primo de Lanzarote” da Malvasia Volcánica collocandolo nei luoghi giusti, in piccole quantità.

 

Davide Musci ha lavorato a lungo nel mondo della comunicazione e della TV seguendo le orme del fratello che lavorava a Roma con Alan Friedman. Prima come cameramen poi come coproduttore fornisce gli approfondimenti, dai TG ai talk show, a canali come La 7, Sky Tg 24. Per rompere l’ansia quotidiana per le dirette apre un ristorante di cucina piemontese al Testaccio, il “Satollo”, che gli costa sacrifici economici e fisici: da 10 ore allunga le giornate lavorative a 15 ore. Nonostante sia alla prima esperienza nel mondo della ristorazione il locale ha subito successo. 

La gastronomia è sempre stata una passione coltivata in famiglia dalla madre Marinella e dal padre Domenico. Quest’ultimo, in particolare, è stato un imprenditore e un eclettico intellettuale, scrittore, storico dell’alimentazione piemontese, pittore e scultore di vaglia.

Dopo quattro anni di superlavoro al ristorante, nel 2012 Davide con la sua compagna decidono di offrire al figlio appena nato un’esistenza meno frenetica emigrando a Lanzarote, isola che li aveva stregati in sette anni di vacanze estive, con i suoi paesaggi lunari, dove si può percepire la forza dell’oceano, dei venti Alisei e il “magnetismo” dei vulcani sparsi su tutta la sua superficie.
 

I terreni sui fianchi dei vulcani sono ricoperti di lapilli e cenere vulcanica, metà dell’isola è emersa dal mare con l’eruzione del vulcano Tinguaton nel 1730, e i contadini con immensi sforzi vi hanno piantato e coltivato la vite. È una viticoltura eroica, resa ancora più difficile dal fatto che non ci sono sorgenti. L’endemica scarsità di pioggia (fino a 150 mm all’anno) e la vicinanza con l’Africa fanno sì che sia un miracolo che a Lanzarote si possa coltivare la vite sfruttando l’umidità portata dall’Atlantico dalla benefica azione degli Alisei assorbita dai lapilli vulcanici grazie all’escursione termica notturna in grandi buche che proteggono le vigne. La popolazione locale ha imparato a fare così anche nelle case dotate di cortili che raccolgono l’umidità notturna. Particolari sono le forme di allevamento della vite: la tradizionale hoyos e la moderna zanjas. Entrambe richiedono un grande lavoro di costruzione e manutenzione, con costi elevati che si riflettono sul prezzo del vino. Il primo metodo consiste nello scavo di una fossa dove si piantano da una a tre viti proteggendole con muretti semicircolari alti 50-70 cm. 

Negli impianti più vecchi (anche di 2-300 anni) la profondità e l’ampiezza delle fosse sono maggiori (talvolta senza la protezione dei muri), il che comporta una limitata quantità di piante per ettaro. Alcune fosse ospitano anche tre o quattro esemplari e possono produrre fino a 80 kg di uva. Come tutte le varietà presenti alle Canarie, sono viti pre-fillosseriche, a piede franco, coltivate a piccolo alberello. Lo spettacolo dei vigneti sull’isola di Lanzarote è unico nel suo genere. Davide ne rimane affascinato fin da subito perché l’uomo ha disegnato un paesaggio unico con questo metodo di coltivazione. 

Su quell’isola la coppia deve reinventarsi completamente la vita. Lui comincia a lavorare in un hotel preparando le colazioni e gestisce case vacanza. Sogna di produrre distillati con le vinacce dei vitigni autoctoni presenti sull’isola, poi arriva l’illuminazione: un piemontese a Lanzarote potrebbe produrre vermouth.  Sull’isola nessuno lo faceva mentre in Spagna ne consumano tantissimo, a Madrid in modo particolare. Ci sono bar solo di vermut, così lo chiamano gli spagnoli. La capitale di questa bevanda è Reus, in Costa Daurada, a sud della Catalogna, a pochissimi chilometri da Tarragona, dove il vermut fa parte dei riti quotidiani.

Joaquín García VegaJoaquín García Vega

Lui comincia i primi esperimenti per mettere a punto una ricetta personale utilizzando uve di Malvasía Volcánica, la regina delle varietà locali da cui si ricava un bianco secco con una gradazione intorno ai 12.50. Il vermut è un vino aromatizzato cui si aggiunge la macerazione alcolica di alcune botaniche tipiche dell’isola per dare al prodotto una propria identità. Per dotarlo di una nota citrica utilizza la scorza fresca d’arancia delle Canarie. China, genziana, rabarbaro provengono da altri paesi, soprattutto l’Assenzio maggiore (Artemisia absinthium) arriva dal Piemonte. La storia racconta che il vèrmot, come lo chiamano i piemontesi, fu industrializzato nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano a Torino che ne scelse il nome riadattando il termine Wermut con cui in tedesco viene denominata l’Artemisa Maggiore, da cui le varie coniugazioni, vermouth in francese, vermutvermutte.

Ferran Adrià con Davide MusciFerran Adrià con Davide Musci

Nasce così così il primo vermut prodotto nelle isole Canarie 
Etichetta le prime 2.000 bottiglie come «Primo de Lanzarote», assommando due significati: in spagnolo primo significa cugino ma è anche un intercalare di uso ricorrente, come “amico”, “fratello”, “compare”. Ma sta anche per primero, perché non c’era mai stato un vermouth prodotto a Lanzarote. E per lanciarlo in modo inequivocabile crea il claim “Encuentra tu Primo”, giocando sull’ambiguità semantica, perché nelle isole tutti sono più o meno primos, cugini di sangue o amici, primi fra primi.

Musci usa vino che acquista da un coltivatore con una cantina familiare, al quale deve tantissimo. Non potendosi permettere l’acquisto di una cantina ha la fortuna di poter usare le loro attrezzature e una parte degli spazi per la lavorazione, dalla macerazione fino all’imbottigliamento. All’inizio di questo progetto visionario erano in tre soci, ora continua da solo e sta per associarsi a una cantina più grande e piuttosto prestigiosa.

Adesso produce circa 9.000 bottiglie di vermut bianco e rosso e punta a un mercato molto attento alla qualità. Il primo grande riconoscimento ai suoi sforzi è arrivato a Madrid Fusion quando lo chef più titolato di Spagna, Martin Berasategui, gli disse che si trattava del miglior vermut che avesse mai provato e cominciò a comprarglielo per i suoi ristoranti pluri-stellati Michelin. Anche Ferrán Adriá si è congratulato per l'originalità del suo vermut.

Ora Davide, nella prospettiva di aumentare la produzione, si augura di trovare un distributore anche per l’Italia, qualcuno che sappia valorizzare il prodotto e offrirlo a chi possa apprezzarlo appieno, sempre con l’idea di continuare a soddisfare per prima la richiesta a Lanzarote e con la consapevolezza di non potere corrispondere ai grandi numeri della GDO.

Il prezzo di vendita al pubblico del “Primo” a Lanzarote è dai 16 ai 18 Euro; nelle altre isole delle Canarie dai 17 ai 19 Euro, mentre in Spagna, gravato dei costi di trasporto, finisce per superare i 20 € anche se lui evita di andare oltre per non essere fuori mercato. Considerando il tanto lavoro che c’è dietro e i costi delle materie prime, un litro di vino sull’isola costa intorno ai quattro euro, spezie, erbe aromatiche, bottiglia, etichetta e tappo sono altri 3 Euro; aggiungendo i costi della distribuzione i margini sono piuttosto ridotti, ma in questo processo anche la soddisfazione ha un forte peso.

 

 

 

Vermut PRIMO de Lanzarote

Avd Central 99, Tias. Lanzarote

www.primodelanzarote.com 

vermut@primodelanzarote.com 

Telefono     0034 928 944 966
Commerciale 0034 660300545

 

a cura di

Bruno Damini

Giornalista scrittore, amante della cucina praticata, predilige frequentare i ristoranti dalla parte delle cucine e agli inviti nei salotti preferisce quelli nelle cantine. Da quando ha fatto il baciamano a Jeanne Moreau ha ricordi sfocati di tutto il resto.

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