Se c’è una qualità che ci è sempre stata riconosciuta quella è l’ospitalità dal sapore tutto italiano, fatta di semplici ma rassicuranti gesti che, nei casi più fortunati, sfociano in quegli approcci calorosi destinati a rimanere il buon ricordo di un viaggio, di una vacanza. Il valore aggiunto, mettiamola così, è dato proprio da quello scambio interpersonale che fino a prova contraria non ha ancora trovato valide alternative.
In queste poche righe metto volentieri a conoscenza i lettori di due mie recenti esperienze di soggiorno, al centro e sud Italia, ben sapendo che nelle grandi città la pratica che sto per descrivere è ancora più diffusa. E qui l’attenzione si focalizza sui B&B, che in non pochi casi rappresentano la scelta preponderante per soggiornare in determinati luoghi, in particolare.
Inizio dal centro Italia, dove mi sono apprestata a trascorrere alcuni giorni, avendo prenotato per tempo una stanza, peraltro di recente ristrutturazione e ben arredata. Una buona scelta quindi, non di ripiego. La sorpresa mi ha atteso all’arrivo, sul far della sera, quando mi sono ritrovata con un chilometrico messaggio Whats App di “istruzioni per l’uso”, ovvero dettagliate indicazioni su come accedere alla mia stanza, a mo’ di caccia al tesoro.
Avrei trovato un portoncino semiaperto, una scala non citata sul sito (che avrei scoperto molto ripida e con alti gradoni, tipici di un palazzo di vecchia fattezza, da affrontare a piedi con la mia non piccola valigia) lungo la quale avrei avuto da assolvere alcuni compiti: a metà circa cercare una cassettina di sicurezza dove trovare una doppia chiave per aprire una prima porta (“chiave con gommino nero”) e una seconda (“chiave senza gommino”), quella della stanza. Poi le info sullo spazio comune e la possibilità di attingere acqua dal distributore.
La camera con visuale panoramica su una piazzetta si conferma bella, per cui non tradisce le aspettative, ma purtroppo non sortisce l’effetto wow di chi l’ha arredata: non serve minimamente a placare il freddo vuoto di questa accoglienza, per di più ostica.
Nel corso della mia permanenza non ho incontrato umani e nessuno si è preoccupato di sapere come stesse procedendo ma solo di farmi contattare, l’ultimo giorno, da chi mi avrebbe fatto effettuare il pagamento online.
Inutile dire che lasciare la struttura è stato più agevole, avendo deciso di far scivolare la valigia sul dorso da cima a fondo. Di certo non potevo spaccarmi la schiena io, meglio la valigia.
Non sono trascorsi quindici giorni che, dovendo spostarmi in diverse zone del sud, mi sono trovata
a prenotare pernottamenti in altre strutture, confacenti la natura di quei luoghi.