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Quando la proverbiale ospitalità italiana viene tradita

12/07/2024

Quando la proverbiale ospitalità italiana viene tradita

Se c’è una qualità che ci è sempre stata riconosciuta quella è l’ospitalità dal sapore tutto italiano, fatta di semplici ma rassicuranti gesti che, nei casi più fortunati, sfociano in quegli approcci calorosi destinati a rimanere il buon ricordo di un viaggio, di una vacanza. Il valore aggiunto, mettiamola così, è dato proprio da quello scambio interpersonale che fino a prova contraria non ha ancora trovato valide alternative.
In queste poche righe metto volentieri a conoscenza i lettori di due mie recenti esperienze di soggiorno, al centro e sud Italia, ben sapendo che nelle grandi città la pratica che sto per descrivere è ancora più diffusa. E qui l’attenzione si focalizza sui B&B, che in non pochi casi rappresentano la scelta preponderante per soggiornare in determinati luoghi, in particolare.
 
Inizio dal centro Italia, dove mi sono apprestata a trascorrere alcuni giorni, avendo prenotato per tempo una stanza, peraltro di recente ristrutturazione e ben arredata. Una buona scelta quindi, non di ripiego. La sorpresa mi ha atteso all’arrivo, sul far della sera, quando mi sono ritrovata con un chilometrico messaggio Whats App di “istruzioni per l’uso”, ovvero dettagliate indicazioni su come accedere alla mia stanza, a mo’ di caccia al tesoro.
Avrei trovato un portoncino semiaperto, una scala non citata sul sito (che avrei scoperto molto ripida e con alti gradoni, tipici di un palazzo di vecchia fattezza, da affrontare a piedi con la mia non piccola valigia) lungo la quale avrei avuto da assolvere alcuni compiti: a metà circa cercare una cassettina di sicurezza dove trovare una doppia chiave per aprire una prima porta (“chiave con gommino nero”) e una seconda (“chiave senza gommino”), quella della stanza. Poi le info sullo spazio comune e la possibilità di attingere acqua dal distributore.
La camera con visuale panoramica su una piazzetta si conferma bella, per cui non tradisce le aspettative, ma purtroppo non sortisce l’effetto wow di chi l’ha arredata: non serve minimamente a placare il freddo vuoto di questa accoglienza, per di più ostica.
Nel corso della mia permanenza non ho incontrato umani e nessuno si è preoccupato di sapere come stesse procedendo ma solo di farmi contattare, l’ultimo giorno, da chi mi avrebbe fatto effettuare il pagamento online.
Inutile dire che lasciare la struttura è stato più agevole, avendo deciso di far scivolare la valigia sul dorso da cima a fondo. Di certo non potevo spaccarmi la schiena io, meglio la valigia.
Non sono trascorsi quindici giorni che, dovendo spostarmi in diverse zone del sud, mi sono trovata
a prenotare pernottamenti in altre strutture, confacenti la natura di quei luoghi.

Quando la proverbiale ospitalità italiana viene tradita

C’è un’altra esperienza, stavolta nel sud Italia, che non posso non citare. Dopo aver prenotato e pagato in anticipo una stanza in stile classico ma molto curata in una palazzina completamente dedicata a B&B, mi sono accordata telefonicamente col proprietario che l’avrei richiamato un’ora prima dell’arrivo e così è stato. “Adesso sono nei campi - mi ha risposto -. Mi chiami quando si trova davanti alla porta di ingresso che le apro da qui”. Giunta sul posto lo ricontatto, mi fornisce indicazioni su come comportarmi autonomamente nella struttura e mi invita a riattaccare la conversazione, perché il cellulare gli serve per aprire la porta da remoto. E in effetti si apre istantaneamente.
In quel frangente immagino il proprietario in bermuda, camicia aperta e cappello di paglia, nei campi appunto, che mi impone una modalità di accoglienza che non ho potuto scegliere, dal momento che non era scritto da nessuna parte (e questo vale anche per l’esperienza del centro Italia che ho raccontato sopra).
E se al mio posto ci fosse stato un turista straniero, ignaro lui pure di questa modalità?
Noi che invochiamo il turismo internazionale, che siamo disposti a far carte false per attrarlo...
E quello che arriva con aspettative, attese, guardando all’Italia come luogo dove stare bene in tutti i sensi... inutile pensare che non ne saremmo usciti bene.
Ci troviamo di fronte a un fenomeno che sta avanzando a falcate un po' ovunque, per non parlare delle grandi città come Milano e Roma. Sono diverse le aziende che propongono operazioni di self-check in automatico per B&B, appartamenti (e pure hotel, ma questa è un’altra storia) per eliminare le chiavi facendo accedere gli ospiti in autonomia o aprendo da remoto.
La domanda però rimane sempre se, quanto a B&B, siano ben chiare su siti e social le informazioni circa l’eventuale automazione dell’accoglienza, che magari può essere più vicina alla mentalità di un manager o di un uomo d’affari, ma lontana da quella di molti altri avventori.
Quali che siano le coordinate geografiche, urge che ci chiediamo - e più ancora che chi di dovere si chieda - se quanto stiamo lasciando che accada ce lo possiamo permettere.
 

a cura di

Simona Vitali

Parma, la sua terra di origine, e il nonno - sì, il nonno! - Massimino, specialissimo oste, le hanno insegnato che sono i prodotti, senza troppe elaborazioni, a fare buoni i piatti.
Non è mai sazia di scoprire luoghi e storie meritevoli di essere raccontati.
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