Uno sguardo al mercato
Come accennato, in Italia soddisfiamo circa la metà del fabbisogno nazionale e dobbiamo importare dall’estero il rimanente. Il motivo è evidente: la mancanza di terreni sufficienti da destinare al pascolo, innanzi tutto. “Negli anni - spiega Andrea Marchi - nell’allevamento si sono sviluppate due grandi correnti che hanno colonizzato il settore: i bovini da carne e le femmine da latte. Appartengono fondamentalmente alle razze francesi e inglesi Limousine, Charolais, Hereford e Angus e nel tempo si sono diffuse anche in tutta Europa e in sud America dove i pascoli sono più presenti e i capi vengono alimentati a erba mentre da noi l’alimento più comune è il foraggio arricchito con mais e altri componenti”.
L’animale nutrito a erba risulta più magro, le sue carni più ricche di ferro; l’animale nutrito a foraggio e cereali, ricchi di acidi grassi, sviluppa una muscolatura più carnosa. Il tipo di allevamento, oltre alla razza, determina le caratteristiche organolettiche della carne. “Queste caratteristiche definiscono gli scopi e il ristoratore attento dovrebbe scegliere secondo le sue finalità in cucina – afferma Marchi – decidendo in base alle informazioni in suo possesso. Anche nel caso dell’origine dell’animale perché le carni francesi e italiane rivelano masse muscolari più diffuse, con poco grasso, ideali per le tartare, per esempio; le anglosassoni invece e quelle dell’est Europa sono più grasse e saporose, preferibili per le cotture alla griglia; quelle provenienti dal sud America sono grasse perché all’alimentazione naturale del pascolo vengono aggiunti cereali. Ne risultano animali imponenti e devono essere macellati più giovani per poter essere trasportati conservati sottovuoto in maniera che se ne preservino le caratteristiche organolettiche”.
Un monitoraggio attento e meticoloso è alleato delle scelte per il ristoratore che desidera acquistare le carni più idonee alla sua attività e al suo stile culinario. Seguire le mode del momento non è un fattore di indicazione affidabile, dunque, meglio seguire il consiglio di Andrea Marchi e affidarsi ad esperti per poter, poi, comporre il proprio menù secondo criteri adeguati. “Il prezzo non deve essere un parametro di scelta – ribadisce – perché potrebbe essere a discapito della qualità e quando il gioco si fa al ribasso quest’ultima ne risente sempre. Il ristoratore dovrebbe capire che questo comportamento alla fine non paga perché partendo da una materia prima di buona qualità l’esecuzione del piatto sarà più semplice e ci saranno meno sprechi, favorendo il food cost: meno sprechi, maggiore resa anche in termini di apprezzamento e reputazione. Oggi il consumatore è attento, vuole leggere la carta delle carni come fa con quella dei vini, il suo potere d’acquisto è diminuito e quando spende vuole farlo con soddisfazione. Chi propone qualità vince”.
Garden Relais, un punto di riferimento per gli amanti della carne
È un luogo in cui l’accoglienza e la buona cucina costituiscono il miglior biglietto da visita. Al Garden Relais di Borso del Grappa (TV) la buona scelta della carne proposta compone un menù di altissimo livello.
Francesco Zen, quarta generazione della famiglia, insieme al fratello Alessandro guida con perizia l’attività e dirige la cucina proponendo ricette tradizionali e specialità culinarie innovative in un connubio sapiente di tecnica e genuinità. La carne è il piatto forte al Garden Relais: “Selezioniamo la materia in base alla destinazione d’uso – afferma chef Francesco Zen – tenendo conto innanzi tutto del livello di marezzatura e del sapore. Facciamo cucina espressa su carbone di quercia e per ottenere una pietanza succulenta, con una bella crosticina data dalla reazione di Maillard in superficie, con caratteristiche precise di croccantezza e succosità, abbiamo bisogno di carni grasse. Per questo scegliamo principalmente carni da fassona polacca Red Cow, la migliore secondo noi. Ma utilizziamo anche Black Angus americano. Sono tutte carni che rivelano infiltrazioni di grasso molto importanti che compongono una marezzatura ideale per i nostri scopi”.
Nella cucina del Garden Relais si utilizzano tagli di carré intero - costate, fiorentine, filetti – lavorati adeguatamente per essere cucinati alla brace. La cottura alla brace su legna di quercia e uno speciale carbone di quercia sudamericano è il metodo che meglio preserva le peculiarità delle carni, spiega Zen: “Aiutano a mantenere alta la temperatura e quindi a creare in superficie quella crosticina tipica e, inoltre, rilasciano un profumo inconfondibile che attribuisce gradevolezza alla carne valorizzandone il sapore naturale”.
Le carni sono frollate per un tempo massimo di 40-45 giorni perché, spiega Zen: “è il tempo ideale per il tipo di carne che scegliamo, grassa, giovane e da animali femmine”.
Il bovino è la materia prima principale per realizzare la proposta culinaria del Garden Relais a cui Francesco Zen accompagna ricette a base di agnello gallese, qualche spiedino di quaglia e soprattutto costolette di Patanegra, il pregiato maialino iberico. Di recente ha introdotto anche alcune proposte di wagyu giapponese che riscuote grande apprezzamento: “Lo cuciniamo su brace ma con una piastra in ghisa, nel suo grasso, e lo presentiamo con porro bruciato alla soia. Un sapore unico”.
La carne costituisce, naturalmente, la base di antipasti classici come la tartare o il carpaccio ma in questo caso Francesco Zen predilige carni italiane da un allevamento locale: “Per queste proposte è meglio la carne delicata e magra, e il prodotto nato in Francia e allevato in Italia è la soluzione migliore”.