Gli inizi della migrazione furono anche il periodo in cui la cucina afroamericana sentì il bisogno di definirsi, e così il primo uso del termine “soul food” apparve nelle memorie di Thomas L. Johnson, un ex schiavo delle piantagioni. Il termine divenne poi popolare negli anni Sessanta, quando il movimento Black Power promosse l’identità culturale afroamericana. Per la verità la parola “soul” non era del tutto estranea alla cultura nera, si era infatti già affermata per descrivere altri aspetti della cultura afro-americana, come la musica, diventando simbolo di appartenenza e orgoglio.
Durante il movimento per i diritti civili, i ristoranti di soul food divennero luoghi di incontro per leader e attivisti come Martin Luther King e Malcolm X, e da altri leader del movimento Black Power, che vi si riunivano per pianificare strategie di difesa in risposta alle leggi Jim Crow, nate per segregare i neri dai bianchi, imponendo una divisione nei servizi pubblici, nelle scuole e perfino nei ristoranti.
Tra i ristoranti simbolo della comunità vi fu il Sylvia’s di Harlem, aperto da Sylvia Woods nel 1962. Sylvia, nota come la “regina del soul food”, trasformò il suo locale in un punto di riferimento per afroamericani, contribuendo a diffondere la cultura del soul food a livello internazionale.
Oggi la cucina Soul viene celebrata in tutto il paese durante il Juneteenth, la festa indetta per l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti. In questa occasione, le famiglie afroamericane si riuniscono per preparare tutti i piatti tradizionali che gli ricordano i propri antenati che, nonostante le grandi sofferenze, diedero vita ad una delle cucine più gustose mai create.
Oggi celebrità e chef afroamericani hanno elevato questa cucina, facendola conoscere in tutto il mondo e aggiungendo innovazione al fine di valorizzare ancora di più le radici africane e afroamericane di questa straordinaria eredità. Il soul food è così diventato più di un topo di cucina: è un modo di tramandare storie, di ricordare le difficoltà e di celebrare la resilienza di un popolo.