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Un pensiero da applicare

31/03/2023

Un pensiero da applicare

È sicuramente fisiologico circondarsi di persone con le nostre stesse passioni, gli stessi valori, lo stesso modo di intendere il tempo e occuparlo. 

Penso a voi, a tutti quei lettori di sala&cucina che lavorano nel settore della ristorazione e trascorrono il giorno di chiusura con colleghi o amici che svolgono lo stesso mestiere. Naturalmente capita anche a chi scrive, come la sottoscritta. 

In una di queste occasioni ho conosciuto Giulia Mascarin, sommelier con grandi doti comunicative che ha fatto della propria passione un lavoro. 

Un lavoro nel senso più bello del termine: sano, coinvolgente, ma vissuto con la consapevolezza che al di fuori di quel contorno, che occupa la maggior parte delle nostre giornate, ci sia anche altro. Partiremo da questa originale storia professionale per concludere con un pensiero che andrebbe applicato in tante attività del mondo dell’accoglienza. Perché spesso, abbagliati dai propri obiettivi personali, ci si dimentica che questo settore non ha futuro se tende a isolarsi e a non aprire le porte.

Da una passione a un lavoro

La famiglia, anche nella storia di Giulia, funge da apripista: il papà appassionato di vino e lo zio enologo danno il primo imprinting, trasferendole curiosità e dandole la possibilità di scegliere cosa bere a tavola. Giulia si dedica agli studi economici e nel mentre frequenta un corso di sommellerie professionale, ottenendo il diploma in un anno e mezzo. 

“La passione si era ormai radicata, avevo bisogno di coltivarla in modo diverso. Dopo sei mesi dal diploma come sommelier ebbi la mia prima esperienza nella sala in un ristorante. Successe una cosa pazzesca: mi imposero di gestire una carta esclusivamente di vini naturali. Non dico che ne ignoravo l’esistenza ma di sicuro ero lontana da quel mondo enologico, all’epoca molto meno esplorato e a cui si guardava con tanta diffidenza. Dovevo partire da zero”.
Il ristorante in questione è Fiorital, a Padova, e il geniale “impositore” è Manuel Fiorotto, amico di Michele Bressan, nome più che noto alle cronache del vino naturale, che è diventato in quel periodo il mentore di Giulia. 

“Michele mi ha aperto la strada: con lui ho scoperto piccoli produttori e assaggiato bottiglie che difficilmente avrei trovato in giro. Poco a poco ho iniziato a coltivare autonomamente la carta, a organizzarla e arricchirla con nuove etichette. Già in quel periodo non mi limitavo a spiegare il vino, ma raccontavo aneddoti interessanti, la storia della persone e delle famiglie dietro a un’etichetta. Piaceva a me ma anche le persone dimostravano interesse”. 

Un pensiero da applicare

I corsi di avvicinamento al vino

Dopo, un Marketing Internazionale del Vino a Firenze… fino alla scelta di dedicarsi totalmente ai corsi di avvicinamento al vino che già organizzava da tempo per conto dell’Associazione Il Tempo Ritrovato.

“La proposta è arrivata all’improvviso quando ancora lavoravo al ristorante. Sicuramente hanno giovato a mio favore le relazioni, sono fondamentali per chi vuole fare esperienza e crescere in questo settore. Le opportunità difficilmente piovono dal cielo, ogni conoscenza è preziosa per la crescita personale e per aprirsi delle opportunità lavorative. Così posso dire si è sviluppata la relazione con l’associazione, con cui ho collaborato per più di sei anni anni, e che ringrazio ancora oggi per la fiducia”. 

I corsi hanno preso piede e a Vicenza, Mestre, Padova raccogliendo un numero di adesioni che Giulia non si sarebbe mai aspettata. Come ci racconta, lasciando trapelare ancora lo stupore.

“La mia prima classe nel 2015 aveva 15 persone, nel 2019 sono arrivata a 67 corsisti in un’unica sala. Le emozioni in quelle prime serate erano fortissime ma a dire il vero tutt’ora mi emoziono ogni volta che inizio un corso. Quando le persone ti dedicano del tempo e si affidano alla tua passione c’è un atto di fiducia esplicito che merita di essere ricambiato. Per questo mi domando sempre se sono all’altezza, se alcuni aspetti dei corsi sono migliorabili, se trasferisco l’entusiasmo adeguato, se c’è qualcosa con cui posso integrare”.

Un pensiero da applicare

I corsi di Giulia Mascarin
Oggi Giulia lavora autonomamente, organizzando tutto con le attività ospitanti. Il coinvolgimento e la spontaneità sono due dei motivi per cui i corsi sono molto richiesti, ma non gli unici. 

Il corso di avvicinamento al vino, lo dice il termine stesso, ha altre caratteristiche rispetto a un corso professionale: la durata, i costi… e soprattutto la finalità
 

È un corso accessibile, in cui si va per capire, per tendere la mano ad un argomento che si ignora.
“I miei corsi durano quattro serate e vengono svolti in locali ospitanti del territorio. Parliamo del vino a 360 gradi partendo dalla storia, passando per le tecniche di produzione, fino alle diverse tipologie: convenzionale, biologico, biodinamico… poi al momento della degustazione propongo vini prodotti da piccoli artigiani, perché sono quelli che più mi rappresentano. Lascio liberi i corsisti di esprimersi e di fare le loro scelte, naturalmente. Il mio obiettivo è trasferire loro che il vino è cultura, territorio, fatica, passione, conoscenza, non è solo tecnicismi e degustazione accademica. Mi piace il confronto e l’idea che i corsi siano frequentati da persone che spesso sanno davvero poco sul vino ma intendono capire qualcosa di più per avvicinarsi a questo mondo meraviglioso, senza temere di sbagliare o di fare domande inopportune. Poi, lo dico con grande orgoglio, c’è chi ha intrapreso questa strada professionale dopo il corso… un traguardo incredibile anche per la sottoscritta!”

Un pensiero da applicare

Abbattere le barriere: un pensiero da applicare

Tornando a parlare dei vini di piccoli produttori, Giulia dice: 

“Molti corsisti sono scettici su vini naturali e di piccoli produttori perché hanno vissuto brutte esperienze in passato. Poi, al corso, capiscono che tanti piccoli produttori lavorano bene e fanno dei vini straordinari…molto è anche cambiato in termini qualitativi. Tornano a casa ricreduti e con un pregiudizio sciolto”.

Non sempre tornano a casa, aggiungiamo noi… perché Giulia organizza goliardiche uscite (formative) di gruppo: “Un’altra cosa che mi piace trasferire a chi frequenta il corso è che solo andando alla fonte, quindi in cantina, o addirittura nei vivai, si capisce davvero l’anima e il valore di un prodotto”.

 

Un pensiero da applicare

L’esperienza di Giulia mi ha colpita per due ragioni. La prima: l’aver scelto una strada atipica rispetto a tanti sommelier, facendo un passo indietro. Si è messa nei panni di chi non conosce, individuando un linguaggio comprensibile e accogliente, che è funzionale al far cultura. 

La seconda: Giulia con il suo entusiasmo mette d’accordo praticamente tutti, tra produttori, ristoratori e osti. Le chiediamo, in un periodo in cui chi si espone spesso viene additato da colleghi e vicini, come si possa andare d’accordo con tante persone nello stesso territorio.

“Credo che si debba sempre entrare in punta di piedi. Quando chi hai di fronte capisce che sei sincero e stai lavorando per far crescere questo settore la relazione diventa facile, spontanea. Credo che si debba lavorare per abbattere le barriere in cui spesso ci rinchiudiamo tra soli “addetti ai lavori” - aggiunge - C’è bisogno di fare entrare le altre persone, di metterle nelle condizioni di capire, non di sentirsi inadatti o impreparati quando hanno di fronte una bottiglia o prendono in mano una forchetta”.
 

Già, è proprio questo il punto. In troppi non si stanno rendendo conto che se non lavoriamo per affermare la cultura, per rendere giù comprensibile il nostro linguaggio, il mondo del vino e del cibo appariranno sempre più lontani… e poco appetibili per chi ha intenzione di iniziare a farne parte. 




crediti fotografici Chiara Grossi

a cura di

Giulia Zampieri

Giornalista, di origini padovane ma di radici mai definite, fa parte del team di sala&cucina sin dalle prime battute. Ama scrivere di territori e persone, oltre che di cucina e vini. Si dedica alle discipline digitali, al viaggio e collabora con alcune guide di settore.
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