Quello che c’è a Battirame 11
Non vi racconteremo i dettagli di ciò che trovate in questo spazio magico proprio per rispettare appieno il pensiero di fondo - “da Battirame 11 si trova quello che c’è, quando c’è”.
Possiamo però garantirvi che l’unica musica che udirete è quella del vociare di persone felici, che stanno bene, parlano tra loro, si godono il momento. C’è un clima di comunità che di rado si rintraccia quando si esce a cena. Lo sentirete salire dalle gambe non appena avrete varcato gli ulivi che delimitano l’ingresso.
Troverete un menu che varia di settimana in settimana, a seconda delle disponibilità delle materie prime, equilibrato, fresco, giusto. E poi troverete dei ragazzi in sala bravi, svelti, che sanno raccontare il progetto a menadito perché ne fanno parte e ci credono.
I primi assaggi saranno delle verdure dall’orto, raccolte dai membri della cooperativa Eta Beta.
“Serviamo le verdure come vengono raccolte” - avvia subito Max. “C’è una cernita leggera, ma non la ricerca della perfezione nel prodotto che solitamente si pratica quando si approvvigiona un ristorante. Deve arrivare il messaggio che la natura vera, integra, senza ritocchi, non prevede l’utilizzo di pesticidi e altri prodotti. Appare così com’è, bella e buona con i suoi difetti e le sue imperfezioni. Questa è uno dei modi concreti per essere sostenibili. Vivere la sostenibilità non significa acquistare zucchine biologiche perfette, ma far sì che l’atteggiamento entri in ogni ambito del nostro lavoro”.