Com’è fatta, se esiste, la birra perfetta?
Heineken Italia prova a rispondere con una piattaforma informativa e culturale, un progetto ad ampio spettro che porta il nome di
I Love Beer. Inizialmente rivolto agli addetti ai lavori come gestori di locali, barman e sommelier, dal 2010 l’iniziativa passa da strumento formativo a comunicazione e si traduce in un libro dal taglio divulgativo, distribuito in libreria, rivolto a consumatori curiosi. L’anno successiva vede la luce il
portale ILoveBeer.it, che coniuga entrambi gli aspetti. All’interno di esso è nato un ulteriore progetto,
La Birra Perfetta- L’importanza della schiuma, perché se da un lato il 71% degli italiani si dichiara consumatore di birra, ritenuta addirittura bevanda alcolica preferita dal 28,4% (fonte indagine AssoBirra/ISPO), la conoscenza di questo prodotto lascia ancora molto a desiderare, a partire dai falsi miti su ruolo e utilità della schiuma.
Una sezione del sito ILoveBeer.it (
http://www.ilovebeer.it/birra-perfetta) offre agli utenti focus specifici, approfondimenti, video e i contributi degli italiani a cui il portale ha chiesto di descrivere che cosa fosse per loro la schiuma, nonché il decalogo della birra perfetta. Secondo l’86% dei consumatori di birra la schiuma non serve a nulla e il 48% beve la birra come viene servita e non si pone il problema: questo è quanto emerge dalla ricerca che Heineken Italia ha condotto con la collaborazione dell’istituto Nextplora e che è stata il punto di partenza per lo sviluppo dell’ applicazione
(presto disponibile per iOS e Android) “Le Birre” realizzata in collaborazione con l’Unione Nazionale Consumatori, utile a fare chiarezza.
Abbiamo chiesto a
Blubai, una delle organizzazioni commerciali più complete e maggiormente strutturate nel mercato della la distribuzione capillare di beverage, e in particolare di birra, quali possono essere le strategie per aumentare consapevolezza nel consumatore. “Formare l’esercente per formare il cliente – ci ha risposto il
direttore vendite Adriano Pari – è il modo migliore per spiegare che una birra già buona può diventare buonissima o risultare imperfetta se spillata male. Se l’esercente non è preparato il discorso non parte neanche: noi organizziamo corsi di spillatura, formiamo al corretto consumo. Il cliente finale è colui che chiude il cerchio, rimanendo soddisfatto e desiderando quindi tornare a degustare”.
E la schiuma dunque, serve o no? “Eccome – continua Pari – per mantenere il prodotto integro. Faccio un esempio pratico: se diamo un morso a una mela dopo un minuto vediamo che diventa nera. La funzione della schiuma è quella di conservare la fragranza del prodotto, di proteggerlo. Se non c’è, è altro. Se spino correttamente sprigiono il CO2 contenuto nella birra, e la schiuma mi garantisce questo risultato: se non c’è, il CO2 resta dentro, la birra risulta più pesante, con retrogusto amaro, percepisco una sensazione di gonfiore e non ho voglia di bere altro”. Chiarissimo.
Ricordiamoci della mela la prossima volta che entreremo in un pub.
Alessandra Locatelli