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Birrificio Baladin cantastorie al Vinitaly

22/03/2012

Birrificio Baladin cantastorie al Vinitaly
Baladin, in francese antico, significa “cantastorie”. Un nome volutamente affascinante ed evocativo per un birrificio, ma alla luce dei fatti si è rivelato essere il nome perfetto per questa azienda che in pochi anni ha saputo farsi apprezzare non solo nel nostro Paese, facendo proprio questo: raccontando storie, spontanee o meditate, immediate o complesse. Ma tutte storie belle, a lieto fine e pure con la morale.
Teo Musso, fondatore e mastro birraio, è di Piozzo, località piemontese patria dei grandi vini, dove la parola birra artigianale doveva suonare come fosse arabo: eppure ci ha creduto, si è rimboccato le maniche e ha dimostrato che anche ciò che sembra impossibile è realizzabile.
Oggi Baladin, se ha perso il fascino del micro birrificio, ha guadagnato la bellezza derivata dal successo e dal rispetto etico per tutta la filiera, dal ciclo produttivo alla distribuzione: dal primo Gennaio 2012 il Birrificio Baladin S.r.l. ha modificato la propria ragione sociale in Birrificio Baladin S.r.l. Società Agricola, diventando il primo birrificio agricolo italiano: cosa significa questo? “Che abbiamo percorso molta strada e che ancora ne abbiamo davanti” risponde il Marketing Manager Fabio Mazzone. “Nel 2006 nasce a Piozzo la «Filiera Moralmente Controllata» con una sperimentazione di coltura di orzo in 4 ettari, a cui nel 2007 si aggiungono 10 ettari in Basilicata, che diventano 25 nel 2009 e 68 nel 2011: i terreni sono affittati e coltivati in esclusiva da Baladin Società Agricola e la loro conduzione è affidata ad agricoltori facenti parte integrante del personale del birrificio.

L’obiettivo è arrivare ad una produzione quanto più possibile «bio» partendo dalla selezione delle sementi.” In una stagione buona si ottengono circa 50 quintali/ettaro di orzo da maltare: a Piozzo, per ragioni climatiche, i campi sono stati dedicati alla coltura di altri cereali, come il grano tenero, da utilizzare crudi, mentre l’orzo prodotto in Basilicata viene maltato dalla ditta Agroalimentare Sud di Melfi. Solo nel 2011 sono stati raccolte 320 tonnellate di orzo, diventate poco più di 200 tonnellate di malto pils, più che sufficienti per gli attuali 9.400 ettolitri prodotti dal birrificio nello stabilimento di Farigliano.
“La gestione diretta di una coltivazione ha costi più alti rispetto alle colture di taglio industriale, ma essere società agricola garantisce una maggiore snellezza dal punto di vista amministrativo, associata ad una tassazione più equa degli utili che permetteranno di reinvestire i plus valori in attività di ricerca e sviluppo” continua Mazzone.
E progetti futuri non mancano: tra tre anni si prevede la creazione di una micro-malteria interna da 20 quintali per la produzione dei malti speciali; il progetto è in corso di sperimentazione con l’Istituto di Agraria di Alessandria, il cui contributo è stato necessario per individuare i diversi tipi di malto d’orzo che resistessero alle basse temperature piozzesi, e il primo raccolto è proprio di questi giorni.
Con l’Istituto Agrario di Cussanio, in provincia di Cuneo e la società Tecnogranda, Baladin ha realizzato la prima coltura di luppolo in Italia di dimensioni sufficienti per una produzione rilevante di birra, coltivandolo in un campo sperimentale di un ettaro a Cussanio: “L’impianto è stato fatto nel 2008 con l’idea di creare un quantitativo sufficiente per iniziare la produzione di una birra 100% italiana.”
Da poco inoltre il birrificio dispone di un laboratorio chimico interno per la produzione dei lieviti, ha all’attivo un sistema per evitare di immettere liquidi inquinanti nell’ambiente, un grande impianto fotovoltaico che lo rende autonomo a livello energetico ed è allo studio, in collaborazione con il Politecnico di Torino, un impianto di generazione di calore per poter bruciare e quindi produrre calore dalle trebbie.
Baladin produce e commercializza a ristoranti, enoteche e pub, con la distruzione di proprietà affidata a centocinquanta agenti, 23 tipi di birra artigianale: da quest’anno alcune birre vengono tappate con un tappo in sughero appositamente studiato e non più con il tappo a corona per eliminare totalmente la plastica dalla bottiglia.
Ma non c’è solo la birra: Baladin produce la prima Cola 100% naturale e solidale, che non contiene coloranti e conservanti artificiali ed è prodotta usando le noci di cola del Presidio Slow Food della Cola di Kenema in Sierra Leone; la naturalità degli ingredienti si traduce nel colore del prodotto, non nero come le comuni cole, ma rosso.
E poi? “A settembre avremo due nuovi prodotti” ci anticipa Fabio Mazzone “che ora stanno riposando in botti da whisky. Saranno due birre macro ossidate, assolutamente innovative.” E saranno un’altra bella storia a lieto fine che Baladin saprà raccontarci.

www.baladin.it

Alessandra Locatelli

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