19 mila aziende produttrici di oli Dop, 93 mila circa gli ettari coltivati e oltre 1.500 le aziende di trasformazione. Sono alcuni dei numeri estrapolati dal rapporto presentato da Unaprol – Consorzio Olivicolo Italiano, con la collaborazione di Federdop – Olio, la federazione italiana che raggruppa l’81% di tutti i consorzi di tutela delle DOP nel settore dell’olio di oliva.
Gli oli Dop in Italia sono 39 e una Igp, su 104 in tutta l’Unione europea, con l’imminente l’arrivo delle denominazioni Seggiano, Terre Aurunche e Vulture. In questo ambito la produzione di olio Dop si è attestata su 10.300 tonnellate segnando un aumento del 22% rispetto all’anno precedente. Il 47% dell’olio sfuso a Dop è stato conferito a cooperative e associazioni. Il 19% è stato venduto a grossisti e intermediari. Il 14,8% all’industria e il 13, 5% ai frantoiani. Il 30% del prodotto viene venduto direttamente al consumatore. Una quota del 17% viene ceduta alla ristorazione. Il 12% prende la strada di agriturismi e negozi specializzati, mentre il 13% finisce al mercato dell’ingrosso.
Sebbene i risultati attestino una crescita il dato più evidente è che la quota di produzione a denominazione d’origine, dopo quindici anni dall’istituzione del regolamento comunitario, non supera l’1% dell’intera produzione di olio in Italia.
“Dall’indagine – ha detto Massimo Gargano, presidente di Unaprol - emerge che il comparto degli oli Dop continua ad essere concentrato su poche denominazioni. Nel nuovo piano olivicolo nazionale e nell’uso intelligente delle risorse ex Agensud, vanno individuate nuove strategie per supportare un settore che primo tra tutti ha percorso la strada della differenziazione commerciale utilizzando la leva del territorio come elemento di distinzione sullo scaffale della GDO che oggi assorbe il 28% della produzione a marchio DOP e IGP”.
“Abbiamo bisogno di un'unica strategia di promozione e non di contrapposizioni tra consorzi altrimenti i costi saranno più elevati dei benefici perché avremo bruciato ricchezza e perso opportunità” suggerisce il presidente di Ferdop, Silvano Ferri.
Se dalla GDO arrivano i segnali della crescita, con un aumento del 9% nel 2010, passando da un livello di 2.536.546 litri a 2.760.882 litri, è al mondo della ristorazione che si deve guardare con attenzione, a fronte anche dell’aumento dei consumi fuori casa che imporranno un’attenzione diversa del consumatore agli aspetti qualitativi e salutistici.