Contaminazione è ricchezza: il Friuli Venezia Giulia
La promozione turistica del Friuli Venezia Giulia parte da un evento importante: Gorizia e Nova Gorica sono state proclamate Capitale europea della cultura 2025. È il titolo onorifico che riconosce il consolidamento di un filo conduttore tra due popoli fratelli – italiano e sloveno – che non si è mai spezzato e alimenta quel substrato culturale che identifica il territorio.
Come ha ben evidenziato, in apertura alla presentazione del programma promozionale dell’ente turistico friulano il professor Alessandro Cattunar, Dottore di ricerca in Storia Contemporanea, è la riscoperta di un’eredità storica essenziale, frutto della contaminazione che identifica quella che viene definita “terra di confine” e costituisce una ricchezza unica: “Gorizia, terra di frontiera – ha affermato Cattunar – non appartiene a nessuno; impero austro-ungarico, terra slovena, Italia si sono mischiati e amalgamati. Così come il friulano è un insieme di tante lingue, la lingua universale che permette di comprendersi, essere friulani esprime l’orgoglio di essere misti, anche sul confine, perché contaminazione vuol dire ricchezza”.
Da questa riflessione, una serie di iniziative volte a valorizzare il territorio con le sue specificità, come le interpretazioni musicali a cura del Piccolo Opera Festival, in un programma denominato Fantasia, che nasce dall’improvvisazione, caratterizzazione di estrema libertà che combina elementi eterogenei come invito alla multidisciplinarietà e all’inclusione.
Ma il Friuli Venezia Giulia è anche, soprattutto, straordinaria biodiversità enogastronomica. Qui, i sapori mediterranei si mescolano con quelli balcanici e mitteleuropei in una combinazione che offre al turista esperienze uniche. Un viaggio nel gusto che esplora dai salumi ai formaggi, dai dolci ai vini e distillati; si esprime in piatti come gli gnocchi di patate con susine, primo piatto o dessert, tradizione e inclusione: le susine infatti erano una delle coltivazioni più diffuse soprattutto sul confine sloveno, come testimonia anche la produzione della Slivovitz, il distillato di susine.
Una cucina, quella friulana, che rivela la sua predisposizione a essere punto d’incontro tra chi produce, chi distribuisce e chi lavora i prodotti e le eccellenze del territorio e le propone al grande pubblico. Un bell’esempio, e un modo per diffondere questa cultura, la presentazione in fiera del contest televisivo Best Sandwich che ha fatto conoscere e assaggiare un boccone della tradizione gastronomica friulana a tutti i presenti: il frico e lo speck di Sauris.
In occasione della BIT due cuochi - Maurizio Pegorer, chef e titolare del pub Underground di Gorizia, e Andrea Mella, chef del Mordisco di Polcenigo (PN), hanno studiato insieme la ricetta di un panino da presentare allo stand della regione Friuli Venezia Giulia con il frico come ingrediente protagonista: Mandi Fruts. Fruts significa “ragazzi”, Mandi è il tipico saluto friulano. Nasce così un panino che riassume l’identità friulana negli ingredienti:
- Pane croccante tradizionale.
- Frico.
- Speck di Sauris croccante.
- Cavolo cappuccio viola.
- Maionese allo spinacino.