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Bresaola Valtellina Igp, la scelta di 38 milioni di italiani

27/11/2019

Bresaola Valtellina Igp, la scelta di 38 milioni di italiani

La Bresaola della
Valtellina Igp
cresce nel gradimento degli italiani. Ma chi l’ha detto che
la bresaola è un prodotto del nord e si consuma solo in alta Italia? Secondo
una ricerca Doxa per il Consorzio di Tutela Bresaola Valtellina Igp,
7 italiani su 10 scelgono la bresaola certificata Igp, soprattutto  Millennials 
e Generazione X del centro Italia.

Lo studio di Doxa sembra smentire questa credenza e
invertire il trend mettendo in rilievo come il prodotto sia gradito e
utilizzato in tutto il Paese.

Merito forse della maggiore consapevolezza a tavola degli
italiani, merito della qualità del prodotto sicuramente. I mutamenti nelle
abitudini alimentari dei consumatori hanno influito positivamente. Tra le
ragioni della popolarità della bresaola c’è la facilità di consumo: quando c’è poco
tempo e spazio per cucinare, la bresaola risolve rapidamente il problema di un
pranzo equilibrato; è un salume versatile perché si presta ad accompagnare diversi
momenti della giornata e diverse tipologie di pasto; non conosce stagionalità
ed è in armonia coi tempi, è infatti percepito come prodotto sano, leggero e
nutriente.

Il suo gusto delicato la pone in auge e la sua line extention, ossia la capacità di
penetrare altri mercati, ne fa il salume ideale da consumare sia come secondo
piatto, sia come antipasto, snack o nella ricettazione di un piatto unico. Buona,
digeribile e adatta anche agli stomaci delicati, inoltre, è apprezzata per le
sue proprietà organolettiche e nutrizionali aumentando il valore sociale dei
salumi. La bresaola è di moda in una società attenta alla reputazione.

Fattore non trascurabile, infine, è un prodotto Made in
Italy garantito ed equivale a un brand che si è affermato in tutto il mondo; il
suo legame col territorio, la Valtellina, crea un’identità che genera consenso.

Franco Moro,
Presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina
, si dimostra
soddisfatto dei risultati ottenuti negli ultimi anni, frutto di una campagna di
comunicazione che ha saputo valorizzare la produzione valtellinese facendone
comprendere i pregi: “La trasparenza sulle origini e la qualità delle carni
utilizzate hanno dato ottimi risultati e gli italiani hanno percepito il valore
del prodotto: il consumatore moderno, attento e informato, ha saputo apprezzare
doti come leggerezza e salubrità che unite a un prezzo equo hanno dato
risultati eccellenti”.

Una crescita lenta, per la Bresaola Valtellina Igp, ma
considerata fisiologica dagli operatori: “Questa crescita graduale ma costante
– testimonia Emilio Mottolini,
titolare del Salumificio Mottolini – ci dà il tempo di consolidare la nostra
posizione nel comparto. La nostra aspirazione è conquistare i mercati esteri
che hanno mostrato un’apertura incoraggiante malgrado siamo attualmente frenati
dagli oneri daziali e dalla concorrenza di paesi extraeuropei sulle condizioni
d’acquisto della materia prima. Siamo determinati a difendere il nostro
comparto, che in Valtellina occupa oltre 1500 famiglie”. 

Preoccupano, infatti, le incertezze dettate dal sistema
attuale di importazione dai Paesi extra UE delle carni bovine destinate alla
trasformazione. Non bisogna dimenticare che la materia prima, bovini
selezionati e allevati in condizioni ideali per la lavorazione, è in buona
parte d’importazione e l’applicazione di dazi aggiuntivi si rivelano
insostenibili per i produttori generando rincari e disincentivi. Questo in un
momento in cui la Bresaola Valtellina Igp sta conquistando numerosi mercati
esteri, ha varcato la soglia del 10% di export quando i settori maturi del
nostro made in Italy alimentare sfiorano o superano senza difficoltà il 50%,
rivelando che ci sarebbero margini interessanti. I dazi troppo alti e il
rincaro delle materie prime dovuto alla cresciuta richiesta di materia prima
dalla Cina, stanno mettendo in difficoltà la filiera: per questo il Consorzio
di Tutela ha avviato un dialogo con la Commissione Europea affinché intervenga
rivedendo il sistema.

Marina Caccialanza

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