I consumi nel settore biologico hanno registrato un aumento del 12,1% tra gennaio-ottobre 2009 e i primi dieci mesi del 2010, con una crescita costante in tutte le regioni italiane. Il dato, rilevato da un panel continuativo Ismea/Nielsen, sottolinea il miglioramento dei consumi e, contemporaneamente, dell’intera distribuzione, più equilibrata.
Sergio Rossi, ad di Fiere e Comunicazioni, organizzatore della nuova fiera professionale BtoBio Expo dedicata al biologico certificato, ha così commentato: “in questi ultimi giorni gli scandali alimentari hanno fatto sì che sia cresciuto il consumo dell’alimentare Bio, protagonista in queste ore di un vero e proprio boom in Germania, proprio per una ulteriore esigenza e garanzia di sicurezza”.
Il caso Germania è sintomatico delle trasformazioni della cultura alimentare, specie in una nazione dove il mercato del biologico vale 5,8 miliardi di Euro (dati 2009) e i lavoratori addetti sono oltre 31 mila. Secondo i dati forniti da Rossi, “quasi un terzo dei consumatori tedeschi non ha fiducia nei prodotti convenzionali e acquista solo biologico”.
Un risultato che avrà ricadute positive per l’Italia, paese leader nel mercato europeo delle uova biologiche: in questo settore, l’export verso la Germania è già aumentato del 70%.
Qual è la situazione del mercato interno? Partiamo dai consumi domestici: su questo fronte l’ortofrutta fresca trasformata ha segnato un aumento del 5% nel periodo di riferimento del panel Ismea /Nielsen, raggiungendo il 21,7% dei consumi di biologico confezionato.
A far da traino nell’incremento dei consumi domestici è il Sud (+ 23,3%), ma solo per le medie statistiche: in realtà il meridione non incide che per l’8,2% sui consumi Bio, a fronte del 42,2% del Nord Ovest, in crescita del 9,7%. In aumento anche il Nord Est (+ 9,7%), con un’incidenza del 29,5%. Ancora in fase di decollo Centro e Sardegna, con un aumento del 5%, a fronte di un 20,2% del totale dei consumi.
Poco indicativo è l’aumento del 6,3% dei prodotti ortofrutticoli e freschi, ma solo se non si fanno distinzioni: in questo settore, dove i prezzi sono stati più contenuti degli omologhi tradizionali, a far da traino sono state le melanzane (+ 79,4%), seguite da mele (+ 16,2%) e zucchine (+ 12,1%).
Anche pane e sostituti, biscotti, dolciumi, snack e analoghi registrano aumenti del volume di vendita domestica tra il 13 e il 19%.
Prezzi stabili per gli oli vegetali, mentre yougurt e latte fresco bio segnano una maggiore flessione rispetto ai prodotti concorrenti.
Per quanto riguarda i canali distributivi si evidenzia una crescita del 22% delle vendite negli ipermercati, che mettono in forse il primato dei negozi tradizionali (+ 42%).