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Buon Compleanno Just Eat

17/11/2021

Buon Compleanno Just Eat

Just Eat compie 10 anni in Italia. Da start up a capofila della digital food delivery, l’azienda celebra la sua evoluzione, segna le tappe di uno sviluppo che ha generato posti di lavoro e incremento del mercato ed è orientato verso il costante investimento sulle persone, la sostenibilità e l’impegno sociale con progetti di formazione e miglioramento del servizio.

Fare la felicità del cliente, a casa sua, fornendo pasti di alta qualità è diventata una mission e, nella società moderna, in cui la domanda traina l’offerta, Just Eat ha creato un equilibrio solido stabilendo la capacità di essere rilevanti nel pensiero del cliente quando fa food delivery.

 

Il nuovo logo di Just EatIl nuovo logo di Just Eat

Un mercato fiorente e in crescita

La food delivery si rivela il mercato più dinamico dell’e-commerce in Italia, con un incremento negli ultimi 10 anni del +59% e un valore di 1,5 miliardi nel 2021, come rivela uno studio condotto dall’Osservatorio eCommerce b2c del Politecnico di Milano presentato, in occasione della celebrazione dell’anniversario, dal direttore Valentina Pontiggia

La ricerca rivela che circa 40 miliardi sono generati dall’e-commerce e, il food & grocery, rappresenta il 10% del totale, per un valore di circa 4 miliardi, in crescita a +38% nel 2021.
All’interno di questo comparto, l’alimentare vale circa 3,6 miliardi, di cui il 42% è rappresentato dalla digital food delivery, il 37% dal grocery alimentare e il 21% dall’enogastronomia.
Il 100% delle province italiane è stato coperto, a partire dal 2020, da almeno un’iniziativa di food delivery, e almeno il 68% della popolazione, a partire dal 2021, ha accesso potenziale al servizio.

Rider Just EatRider Just Eat

Un successo che nasce dalla necessità

Daniele Contini, Country Manager Just Eat Italia ha affermato: “Just Eat ha iniziato, nel 2011, timidamente e con una certa perplessità, perché l’Italia era considerato un mercato difficile per la food delivery, la popolazione meno affine alle novità tecnologiche come i servizi digitali, per esempio il pagamento online; ma abbiamo scoperto strada facendo delle potenzialità inaspettate”. L’intuizione è stata quella di operare alla maniera italiana, ossia affidando all’indipendenza dei ristoranti e delle catene l’operatività, per andare incontro alle aspettative degli italiani, molto alte. 
“Del resto – continua Contini – Just Eat nasce da una necessità, quella di poter ordinare il cibo, non più solo al telefono, ma attraverso strumenti tecnologici. Just Eat e la sua app, insieme, costituiscono uno strumento di conoscenza e comunicazione impareggiabili”. La comodità di leggere il menù, vedere le foto e ordinare, ricevere un riscontro immediato, tracciare il percorso dell’ordine pagato online, è un punto di forza. Da 8 dipendenti nel 2011, quando Just Eat è sbarcato in Italia, a 300 dipendenti oggi. I ristoranti aderenti sono 4000 e propongono 90 tipologie diverse di cucina con una copertura territoriale di 1300 città: praticamente il 66% della popolazione italiana ha la possibilità di accedere al servizio. 

I 10 anni di Just EatI 10 anni di Just Eat

Qualità del servizio e impegno sociale

L’obiettivo è quello di migliorare il servizio complessivo, fornendo una migliore esperienza ai ristoranti partner e ai clienti, aumentando allo stesso tempo il coinvolgimento dei propri dipendenti.
“All’inizio – spiega Daniele Contini – abbiamo svolto funzione di collegamento con i ristoranti partner, che allora erano 200 e che eseguivano, come molti ancora fanno, la consegna personalmente, con fattorini interni. Oggi, i ristoranti partner sono 24.000, con una crescita annuale del 50%, e nel 2019 abbiamo cambiato strategia dando avvio a un nuovo modello: abbiamo assunto 6000 rider, in 23 città italiane, Milano e Roma in testa, e completato il passaggio in accordo coi sindacati; i nostri rider sono pagati con tariffa oraria, non devono correre per accaparrarsi un ordine, non dipendono dal numero di consegne fatte, dispongono di tutte le protezioni e i diritti dovuti al lavoratore e lavorano in base alla vicinanza e alla logistica, godono di incentivi. Forniamo loro gli strumenti necessari, scooter elettrici, biciclette, dispositivi di protezione e formazione adeguata, a partire dalla conoscenza del codice della strada, affinché possano lavorare in sicurezza”.

Progetti futuri, hub e centri logistici

L’apertura di hub, sedi logistiche e organizzative dei rider, è prevista a inizio 2022. Il piano per l’Italia prevede, infatti, l’espansione del business del servizio di delivery nelle città, per esempio con l’ingresso in importanti centri come Palermo, entro novembre 2021 e l’aumento dell’offerta dei ristoranti, fino al 75% della copertura nazionale.

Conclude Daniele Contini: “Entro la fine dell’anno prossimo renderemo effettivi gli hub: saranno dei centri logistici dove i rider potranno trovare gli strumenti necessari e ricevere la formazione adeguata. È stato difficile reperire gli spazi e per il momento saranno ubicati a Milano e a Roma ma contiamo di espandere il progetto anche in altre sedi. Inoltre, abbiamo in programma l’assunzione di altri 200 rider e l’avvio di un servizio di customer care. Il mercato ha enormi potenzialità e i ristoranti investono maggiormente sulla delivery. L’uso della piattaforma facilita la digitalizzazione del processo, i clienti apprezzano e aumentano la frequenza di utilizzo. Per questo si prospettano altre potenziali occasioni di consumo: asporto, grocery, ristorazione aziendale. Il nostro futuro prevede investimenti, percorsi di consolidamento e sviluppo e una grande sfida: crescere in modo sostenibile anche dal punto di vista etico, sociale e ambientale”.

 

Obiettivo, emissioni zero

Just eat si prefigge di raggiungere emissioni zero per le proprie atività entro il 2030, per questo lavora sulla green mobility per i rider e combatte lo spreco di cibo promuovendo l’utilizzo di packaging sostenibile totalmente plastic free. Tre sono le grandi direttive: lotta allo spreco alimentare, per esempio con l’attuazione del Ristorante Solidale, un progetto orientato ad aiutare i bisognosi attraverso la distribuzione del cibo invenduto, riduzione dell’inquinamento atmosferico con mezzi elettrici per i rider, e impegno per creare un ambiente di lavoro inclusivo ed equo. L’azienda consolida così il percorso iniziato 10 anni fa in Italia e si prepara al futuro. 

 

Marina Caccialanza

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