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Buoni pasto: qualche chiarimento da Anseb

04/09/2015

Buoni pasto: qualche chiarimento da Anseb
Usato nel 70% dei casi in bar, gastronomie e ristoranti, e per il restante 30% nella grande distribuzione, il buono pasto è indiscutibilmente tra i benefit più richiesti dai lavoratori. A confermarlo è una recente indagine condotta dal Centro Studi di Anseb (Associazione nazionale società emettitrici di buoni pasto), dalla quale emerge pure come il 25% circa dei ticket attualmente in circolazione siano ormai in formato elettronico.
A seguito delle diverse informazioni parziali circolate, nelle scorse settimane, l’associazione ha ritenuto opportuno portare chiarezza su alcuni particolari punti chiave, in modo da inquadrare nel modo più corretto le regole che presiedono questo mercato. Il primo nodo è la questione della detassazione dei buoni pasto elettronici a partire dallo scorso primo luglio. Per la legge italiana il ticket è un servizio sostitutivo di mensa che può essere utilizzato per l’acquisto di alimenti, bevande e prodotti di gastronomia pronti per il consumo. Questo servizio viene detassato fino a 5,29 euro nel caso dei buoni pasto cartacei e, a partire, per l’appunto, dallo scorso luglio, come introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, fino a 7 euro nel caso di quelli elettronici, mettendo così a disposizione dei lavoratori due euro in più per ogni consumazione.
In un momento in cui le aziende sempre più spesso scelgono per i propri dipendenti buoni pasto elettronici, il governo punta dunque a sostenere la diffusione di questo supporto più moderno, in modo da permettere la digitalizzazione della rete degli esercenti, favorire rimborsi più veloci e offrire una maggiore protezione dalla falsificazione dei buoni. Da sottolineare, poi, aspetto non secondario, che, nel più assoluto rispetto per la privacy, gli emettitori non dispongono delle informazioni in grado di tracciare le abitudini di consumo degli utenti.
La seconda questione riguarda, invece, l’utilizzo cumulato dei buoni. Nella Legge di Stabilità non si dice nulla riguardo al previsto divieto di cumulabilità, in vigore da oltre 30 anni. E, comunque, nonostante sia anomalo sul piano strettamente legale, l’uso di più buoni nella stessa transazione non rappresenta una criticità del mercato. In ogni caso, a tal proposito da sempre Anseb auspica un chiarimento interpretativo o normativo, in modo che il buono pasto sia uno strumento sempre più fruibile, comprensibile e utile sia ai lavoratori che ai pubblici esercizi.

Mariangela Molinari

 

 
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