Un dinamismo senza precedenti dell’export di prodotti biologici, è quanto emerge dall’indagine che Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e Firab (Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica) hanno presentato al Biofach di Norimberga. L’indagine è stata effettuata su un campione ragionato di 100 aziende del comparto biologico con forte orientamento all’esportazione. I paesi di rilievo per l’export bio italiano restano Germania, Francia e Regno Unito, ma cresce in maniera significativa la domanda dal Nord Europa, in particolare Svezia e Danimarca.
Ancora marginale l’esportazione versi i nuovi grandi mercati come Canada, Russia e Cina e buone prospettive di crescita in aree extra-UE come Svizzera, Usa e Giappone.
Le buone performance del bio made in Italy sono determinate, secondo le opinioni dei produttori intervistati, prevalentemente dai prezzi stazionari, posizionati su livelli medio-alti rispetto ai principali competitor. I nuovi mercati, a cui stanno guardando con interesse le aziende del comparto, possono aprire nuovi e ulteriori spazi con buone possibilità di consolidamento della presenza del biologico italiano nel mondo.