La tazzina di caffé al bar continua a salire oltrepassando, in molte città, quota un euro. Titolari e gestori di caffè giustificano gli aumenti in risposta alle speculazioni internazionali che hanno fatto crescere i prezzi delle materie prime. È indubbio che il prezzo del Brasile Santos, caffè base per molte miscele di qualità, sia praticamente raddoppiato portando il prezzo per i baristi intorno ai 20-22 euro al chilo. Inoltre dall’inizio dell’anno è aumentato il prezzo dello zucchero, oltre alla benzina, che fa salire il costo di tutto.
Secondo l’ADICO gli aumenti delle materie prime non possono però giustificare incrementi di 10-20 centesimi della tazzina di caffé e cappuccino, quindi si tratterebbe piuttosto di un “cartello” da parte degli esercenti.
Infatti se ad un gestore del bar un Kg di caffè costa circa 22.00 euro, e per una tazzina di caffè occorrono circa 6 gr di caffè macinato, con un Kg di caffè si produrranno almeno 160 tazzine per un costo medio di circa 0.13 centesimi ognuna.
Al prezzo più elevato della tazzina, si aggiunge poi una qualità non sempre all'altezza delle aspettative del consumatore che spesso lo allontana dall’espresso portandolo a cambiare le proprie abitudini di consumo.
Fortunatamente, in alcune città, i titolari dei pubblici esercizi hanno deciso all'unanimità di non aumentare i prezzi delle consumazione e di farsi carico degli aumenti delle materie prime, slittando al prossimo anno eventuali aumenti.