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Calo di italiani in vacanza sulla neve

26/03/2012

Calo di italiani in vacanza sulla neve
L’inverno che si è appena concluso, alla lettura dei risultati relativi al consuntivo di week-end in montagna e settimane bianche di Federalberghi, registra un calo diffuso di presenze nelle località turistiche italiane. Sono stati principalmente i nuclei familiari con figli a disertare gli alberghi località montane e sciistiche con un calo, nel trimestre gennaio-marzo del 16% rispetto allo scorso anno. Dei quasi 8,59 milioni di italiani, rispetto ai 10,25 milioni del 2011, che hanno frequentato da gennaio a marzo località montane e sciistiche, solo 4,3 milioni (un milione in meno rispetto al 2011) hanno trascorso una settimana bianca, segnando un calo di oltre il 18%, mentre coloro che si sono limitati ai soli week-end sulla neve sono stati circa 4,25 milioni (rispetto ai 4,95 milioni del 2011) per un calo del 14%  per una media di 1,84  week end a persona rispetto ai 2,3 nel 2011.
Il tutto con una flessione complessiva del giro d’affari del 31%.
L’indagine è stata effettuata dall’Istituto ACS Marketing Solutions intervistando, dal 12 al 17  marzo, un campione di 3.500 italiani maggiorenni rappresentativo di oltre 50 milioni di connazionali maggiorenni.

“La crisi economica che ha condizionato la spesa delle famiglie e l’altalenante meteo che da periodi di siccità è passato ad una ondata di gelo polare, costituiscono quel mix di concause che hanno fortemente influito sull’andamento dei consumi turistici degli italiani durante l’inverno appena concluso – commenta Bernabò Bocca, Presidente Federalberghi – ed è il drastico ridimensionamento dei nuclei familiari l’elemento che più di tutti ha influito sul risultato finale, portando la flessione ad un risultato a due cifre, segnale evidente di come genitori e figli fatichino a far quadrare i conti domestici, obbligando le famiglie a compiere delle scelte nelle quali la vacanza invernale si colloca automaticamente tra i bisogni non indispensabili”.
“Ciò pur a fronte di una attentissima politica dei prezzi che gli albergatori italiani da soli, senza alcun incentivo pubblico, hanno attuato assecondando il grave momento che il mondo intero sta attraversando, sobbarcandosi iniziative promozionali ed offerte che purtroppo, alla luce dei risultati, non sono riuscite ad invertire una tendenza al ribasso”.

“Alla luce pertanto di questi preoccupanti risultati  - conclude Bocca - che colpiscono un quarto dei 34 mila alberghi esistenti in Italia e rappresentano il perno dell’economia di innumerevoli piccole e piccolissime realtà montane, non possiamo che ribadire al Governo il varo da un lato di politiche mirate al rilancio dell’immagine turistica dell’Italia, al fine di accrescere l’attrattività sia per gli italiani sia per gli stranieri del nostro giacimento montano e, dall’altro lato, a considerare seriamente il ricorso a misure di sgravi fiscali per le imprese interessate da questo stato di crisi, peraltro sempre più stremate da oltre tre anni di cali di fatturato dovuti al prolungarsi della crisi mondiale”.
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