“Dobbiamo avere una visione un po’ più lunga del nostro passaggio terreno, pensare alle generazioni future, a cui questa civiltà negherà i privilegi di cui stiamo godendo noi stessi”. Parole di forte impatto, e soprattutto mirate a una responsabilizzazione collettiva, quelle espresse da Carlin Petrini alla presentazione di Slow Fish 2015. La fiera internazionale del pesce “buono, pulito e giusto”, che si terrà al Porto Antico di Genova dal 14 al 17 maggio, organizzata da Slow Food insieme alla Regione Liguria, e in collaborazione con il Ministero delle politiche agricole, anche in questa sua settima edizione affronterà diversi temi e troverà diversi punti di contatto con Expo. “Cambiamo rotta…per salvare il mare e nutrire il pianeta” sarà il motto di quest’anno, che esprime in sé tutta la necessità di apportare un significativo cambiamento nel modo di pensare, ma soprattutto di agire, a favore della tutela e salvaguardia dell’ambiente. Ma per poter guardare avanti bisogna partire da una riflessione in merito alla situazione attuale e individuare le problematiche che richiedono un intervento tempestivo, come sottolinea il Presidente di Slow Food Petrini: “In questi 11 anni dalla prima edizione la situazione degli oceani e dei mari non è affatto migliorata. Anzi, ad esempio l’inquinamento non si arrestato e l’ocean grabbing, l’accaparramento delle risorse del mare da parte di multinazionali senza scrupoli, come avviene per la terra in Africa e America Latina, sta compromettendo gravemente gli stock ittici e la sussistenza delle piccole comunità di pesca”. Alle parole di Carlo Petrini si aggiungono quelle di Silvio Greco, presidente del Comitato scientifico di Slow Fish, che afferma: “Non basta cambiare rotta, dobbiamo anche sapere dove andiamo e per questo a Slow Fish stiamo cercando di mettere insieme i migliori esperti a livello nazionale ed europeo”. Esperti che animeranno i tanti laboratori in programma nel corso della manifestazione, con l’obiettivo di avvicinare e sensibilizzare i partecipanti al modello “Slow Fish”. Le buone pratiche in mare e al momento dell’acquisto, lo spreco alimentare, la salvaguardia degli ecosistemi marini e la gestione della fascia costiera, i diritti in mare e la tutela della pesca artigianale in quanto espressione di una tradizione locale che non deve esser perduta, questi alcuni degli argomenti trattati nel corso dei “Laboratori d’acqua”. Spazi dedicati ai quali si aggiungeranno numerose altre proposte: dalle attività per i più piccoli nello spazio Slow Food Educazione, al Mercato di Slow Fish dove sarà possibile acquistare prodotti ittici freschi o conservati (ma anche olio, spezie, sale, alghe), alle Cucine di Strada dove sarà possibile assaggiare originali street food lungo le vie del capoluogo ligure. Una città quella di Genova che dal 2003 a oggi si dimostra sempre più piacevolmente coinvolta nel progetto Slow Fish; la novità di quest’anno è che saranno i genovesi stessi ad aprire le proprie case per ospitare i delegati di Slow Fish, pescatori e ricercatori provenienti da tutto il mondo. E si scorge una grande soddisfazione per il rapporto di collaborazione instauratosi con Slow Food anche nelle parole Claudio Burlando, presidente della Regione Liguria: “Abbiamo sempre creduto in Slow Fish perché ci permette di riflettere davvero sul nostro mare e di parlare dell’economia primaria, quella che è fatta di cibo, agricoltura e pesca. Sono convinto che questo paese si possa salvare solo ricominciando a puntare su queste attività”. Ci auguriamo che questa collaborazione possa essere una spalla importante per l’Esposizione Universale, e possa davvero farci cambiare rotta.
Giulia Zampieri