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Cantine Bonelli: la rivoluzione sostenibile parte da dentro

16/04/2013

Cantine Bonelli: la rivoluzione sostenibile parte da dentro
I grandi cambiamenti, le vere rivoluzioni, non si attivano mai dall’esterno, ma scaturiscono da dentro, non mettono maschere forzatamente anticonvenzionali ma trovano ragione e fondamento sull’esistente, sulla presa di consapevolezza delle scelte che facciamo, o che non facciamo. L’innovazione stessa, per essere tale, si imprime sull’analisi dei vissuti. È ragionando su questo che Cantine Bonelli, azienda produttrice di vini di Rivergaro (Piacenza), ha voluto protocollare, a partire dal 2011, il proprio imprinting sostenibile attraverso un progetto in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che ha condotto una ricerca-intervento ancora in corso e che quest’anno vedrà il supporto e l’impegno anche di O-I Manufacturing, azienda dell’Illinois leader nella produzione di imballaggi di vetro.

“Il percorso è cominciato raccogliendo e valutando i dati già esistenti, perché Cantine Bonelli da tempo lavora nel rispetto del contesto in cui opera in modo sostenibile, praticamente ed economicamente. – spiega la dt.ssa Lucrezia Lamastra, docente della Facoltà di Agraria all’Università Cattolica del Sacro Cuore – Abbiamo dunque deciso di raccogliere l’esistente in tre temi-sfide: ambiente, territorio e filiera, per valorizzare e implementate già è stato fatto”.

Temi che si intersecano con il risparmio energetico, la riduzione dei gas serra, la razionalizzazione dei consumi, proteggendo l’alta qualità dei prodotti. Dallo studio dell’Università Cattolica emerge che nel 2012 per ogni litro di vino Cantine Bonelli ha consumato il 34% di acqua in meno rispetto alla media europea. Rispetto al vetro, sottolinea Elena Bonelli “l’obiettivo per il 2013 sarà focalizzarci sulla riduzione del peso delle bottiglie e sull’intraprendere partnership con vetrerie più vicine a noi: il 50% delle emissioni associate a una bottiglia di vino è dovuto al packaging, in particolare alla produzione e al trasporto della bottiglia di vino”. E già l’anno scorso l’azienda, per l’imbottigliamento della Linea Ristorazione, ha scelto bottiglie più leggere di 90 g, risparmiando in termini di CO2 il corrispondente alle emissioni di 379 automobili che percorrono la tratta Milano-Piacenza.

Ad accompagnare i Bonelli in questo percorso la O-I: “Siamo onorati di questo, la scelta del vetro per comunicare sostenibilità è l’ideale, perché naturale al 100% e riciclabile all’infinito. – evidenzia Guido Robustelli, marketing manager di O-I – Si risparmia sulle materie prime vergini e si riduce in questo modo l’emissione di CO2  e il consumo energetico”. L’Italia, in fatto di riciclo, supera la media europea con una quota di vetro riciclato pari al 70% contro il 67%.
Parlando di territorio, il vigneto Bonelli produce al 100% varietà autoctone, su superficie inerbita e gestita con lotta integrata: da due anni è certificata biologica per il Trebbianino e la Barbera, utilizza pannelli fotovoltaici e possiede la certificazione IFS (International Food Standard) con il massimo punteggio e zero casi non conformi da sempre.
Rispetto alla filiera, il 100% dei fornitori operano conformi alle politiche dell’azienda, la cantina è aperta al territorio con eventi pubblici e lo shop, aperto 50 domeniche l’anno, ha venduto direttamente nel 2012 ben 36.400 bottiglie.

Cantine Bonelli si presta dunque come case history virtuosa per tante aziende che, ognuna nel proprio territorio, vogliono fare, ed essere, la differenza.

Alessandra Locatelli
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