La nascita di Cantine dell’Angelo
È in vigna sin da bambino, da quando aiutava nonno Angelo nel suo secondo lavoro. Lui faceva principalmente il minatore, ma l’agricoltura familiare gli permetteva di arrotondare. Questa esperienza ha segnato tutto il percorso di Angelo: le tradizioni, il modus operandi, i principi. Questi elementi hanno guidato e guidano le scelte di un artigiano del vino che, oggi, produce all’incirca 15 mila bottiglie. Al centro vi sono la famiglia e il Greco, da cui nascono due prodotti che rappresentano due microzone, evidenziando il forte ruolo del territorio, considerato che la lavorazione è identica e poco invasiva.
La prima vendemmia in bottiglia è del 2006, ci si avvicina ai primi vent’anni. Le vigne immerse nella natura, circondate da querceti, spesso richiedono lavorazioni manuali, solo in parte meccanizzate. 6 ettari curati come fossero un giardino, in cui la strategia è data dallo sguardo con cui Angelo osserva e comprende le necessità delle piante.
“Il clima sta cambiando, l’agricoltura è sempre più complessa. Sono costretto a vivere la vigna ogni giorno, solo così è possibile riuscire ad occuparsi del suo benessere. Le grandi aziende lavorano con dei programmi, invece i miei programmi cambiano ogni giorno in base a ciò che accade alle piante. Ero venuto stamattina in vigna per fare un lavoro, ma quando sono arrivato mi sono reso conto che c’era bisogno di altro. Quest’annata si presenta con un largo anticipo, di circa un mese, non si può ragionare per protocolli”.