“Slow Food è un movimento che nel tempo ha saputo evolversi” inizia dall’invito a una presa di coscienza l’intervento di Carlin Petrini al IX Congresso nazionale di Slow Food, per infondere coraggio circa un ulteriore cambiamento che l’associazione si sta predisponendo ad affrontare.
A fronte di un contesto globale radicalmente cambiato non si è potuto che pensare a “un vestito nuovo che potesse stare bene al mondo intero. Questo cambiamento è una liberazione per il movimento. Le nostre comunità saranno improntate sulla libertà di operare”, rincara convinto Petrini.
E, come è nella sua natura, introduce due sfide: la prima, quella dell’Università diffusa, per mettere a disposizione tutte le conoscenze sul cibo (in un dialogo fra sapere tradizionale e accademico) “attraverso le nuove tecniche telematiche, perché le lezioni possano arrivare nei villaggi e nelle case di molti soggetti del mondo, anche grazie al sistema di traduzioni che nel giro di pochi anni sarà perfetto. Queste lezioni saranno a disposizione di un pubblico diffuso (non di chi ha età da università ma di chiunque abbia interesse ad approfondire) e dovranno comunque interagire con strutture fisiche che sul territorio portino avanti le buone pratiche, le buone idee e che siano depositarie di sapere che molte volte l’accademia non ha”.
La seconda, più che una sfida, è un appello che Petrini lancia con molta chiarezza “Non possiamo ridurre le opportunità del nostro Paese alle bellezze turistiche e gastronomiche, dobbiamo piuttosto iniziare una grande battaglia per rigenerare i nostri borghi, non attraverso la promozione dei luoghi o la vendita dei prodotti, ma a partire dalla socialità. Questa è la fame di cui abbiamo bisogno!”
Intanto in seno a Slow Food è già iniziato un percorso di apertura e inclusione, come svela l’afflusso al congresso di diverse organizzazioni e associazioni si sono espresse in una forte comunanza di intenti nel costruire un percorso su temi comuni. Su tutti colpisce l’impegno condiviso con Action Aid per conquistare uno spazio dove i cittadini possano nuovamente intervenire e partecipare (attivismo civico). “L’intento comune - spiega il direttore generale di Action Aid, Marco De Ponte - è far sì che l’attivismo civico venga riconosciuto come risorsa e non come ciliegina sulla torta, nella migliore delle ipotesi, o come elemento di disturbo nella peggiore”.
Il congresso, che si è svolto a Montecatini Terme nei giorni scorsi, ha visto l’elezione di una guida collettiva per Slow Food Italia con un Comitato Esecutivo, che guiderà l’associazione fino al 2020, composto da: Massimo Bernacchini, Giorgia Canali, Antonio Cherchi, Silvia De Paulis, Giuseppe Orefice, Gaia Salvatori, Francesco Sottile.