Di strada ne hai fatta tanta: chef ed executive in hotel a cinque stelle e in ristoranti stellati nel mondo, gestore di diversi ristoranti a Londra, consulente di Amanresorts, luxury hotel group presente in oltre 20 nazioni nel mondo. Oggi sei di nuovo a Londra, per sviluppare
Bibo,
questo ristorante a Putney: cosa ti ha portato qui?
“Sono stato chiamato dalla proprietà alcuni mesi fa per riposizionare questo ristorante che fa cucina italiana, uno dei numerosi ristoranti facenti capo a questo gruppo che vanta altri locali stellati in Inghilterra. Mi ha
stimolato l’idea di far crescere un ristorante vocato alla cucina italiana e, lo confesso, anche la necessità di fermarmi per riflettere sul futuro del mio lavoro”.
Come si sviluppa un ristorante italiano, in una metropoli di 8,6 milioni di abitanti e 16 milioni di turisti?
“Aprire un ristorante, in qualsiasi parte del mondo si trovi,
significa prima di tutto analizzare la zona, valutarne la dimensione economica e commerciale, i flussi di persone, le loro abitudini, visitarne i mercati per capire quali sono le materie prime. Cosa che, purtroppo, non avviene molto spesso e, di conseguenza, ne determina il fallimento nel giro di poco tempo. A Bibo ho accettato l’incarico solo dopo aver vissuto e frequentato più volte il ristorante da cliente, per capire cosa funzionava e cosa doveva essere cambiato”.
Dopo questi mesi cosa è cambiato? E quanta libertà di decisione hai nel tuo lavoro di consulente?
“Ho cambiato quasi interamente la brigata, sia di sala sia di cucina che è, a detta dei clienti, migliorata sia per le materie prime sia per la professionalità e la conoscenza della cucina italiana. Quando approccio ad una consulenza chiedo carta bianca e il mio lavoro verrà poi misurato sul business. Mi porto dietro
i rapporti di fiducia, fondamentali, che ho instaurato con i distributori. Verifico e, nel caso, insegno le tecniche di base dello staff di cucina e solo dopo ne valuto la validità, sulla base della quale faccio le scelte conseguenti. Infine misuro il mio grado di soddisfazione personale:
la gioia più grande è vedere la gente, gli amici, i volti delle persone soddisfatte di un’ottima cena preparata con le mie mani. Se percepisco questo so che la scommessa è vinta”.