La visita a Case Sottane: un progetto che si concretizza sotto gli occhi
Ci portiamo in quota, in Alta Val Taro e saliamo per una dozzina di km fino a Porcigatone per poi prendere una strada stretta che scende costeggiando poche case abitate e poi un prato verdissimo, dove pascolano cavalli bardigiani con tre cani che gli fanno la guardia, un quadretto inusuale e bellissimo.
Più oltre, dove la strada finisce e regna incontrastata la natura, troviamo un cancello con affissa a lato una grande mappa, che ritrae, in modo naif, il complesso di Case Sottane: quadrotti rossi, ben nove, che stanno per gli edifici, numerati in bianco e dislocati lungo un asse intorno a cui sono distribuite macchie verdi (le piante) come a dire “ecco cosa state per vedere”. Una legenda a lato spiega la funzione di ciascuna struttura, dando già percezione di come il progetto sia multiforme.
Giovanni scende dell’auto e ci indica con il dito un complesso di case più in alto, in lontananza “vedete, quello è Porcigatone, l’abitato principale, a cui questo sta sotto, ecco il perché di Case Sottane” e poi volge lo sguardo agli edifici in pietra che ci appaiono davanti agli occhi: “il primo sarà adibito all’accoglienza turistica, il secondo a residenza, quello accanto a biblioteca e sala studio, il quarto è una sala comune bellissima che possiamo mettere a disposizione, oltre che per noi, anche per incontri/iniziative esterne. Naturalmente avremo anche qui, come a Terra e Sole, un punto vendita con i nostri prodotti. Quella che vedete più oltre è un’altra struttura adibita all’accoglienza. E poi arriviamo a ciò mi ha fatto innamorare davvero di questo luogo: l’edificio che diventerà refettorio, con una terrazza che guarda al crinale appenninico, dove si distingue bene passo della Cappelletta e passo del Bocco: appena oltre c’è la Liguria.
Laggiù invece ci verrà un magazzino per gli attrezzi. Non va dimenticato che c’è poi una stalla di 600 mq, 60 ettari di terra e 120 ettari di bosco”.
In questo luogo condivideranno un percorso di vita e di lavoro persone che riconoscano la solidarietà, il rispetto della persona umana di qualsiasi provenienza, estrazione sociale e religione, la tutela dell’ambiente, l’accoglienza come valori irrinunciabili di una comunità.
Nello specifico saranno cinque famiglie che vi abiteranno stabilmente. Ci sarà poi un’accoglienza residenziale per otto persone in difficoltà (il residenziale sarà la vera novità rispetto a Terra e Sole)
e un’accoglienza diurna per altre 15, impegnate in un tirocinio formativo, finalizzato all’inserimento lavorativo, come da tanti anni fanno a Terra e Sole.
“Accoglieremo quello che sarà alla nostra portata - precisa Giovanni - Non siamo una comunità terapeutica ma una comunità di famiglie che accoglie persone, le quali avranno beneficio dallo stile di vita della comunità stessa”.
Verrà poi attivata un’accoglienza turistica con 23 posti letto.
La comunità sarà caratterizzata da uno stile di vita molto ordinario: tutte le persone che vi abiteranno saranno impegnate, a vario titolo, a portare avanti le attività rurali connesse a questo luogo e di questo vivranno (attività agricole di allevamento e coltivazione, laboratorio di panificazione, laboratorio di trasformazione, accoglienza turistica...). Verrà attivato un refettorio comune che funzionerà anche da ristorantino rurale per gli ospiti. Un laboratorio attiguo consentirà la produzione di pane e prodotti da forno e pure di succhi, confetture e infusi.