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Celiachia, a che punto siamo?

08/02/2014

Celiachia, a che punto siamo?
Sul prossimo numero di Ristorazione & catering, anche online tra pochi giorni, Marina Caccialanza affronta il tema delle nuove frontiere del senza glutine, con opinioni di esperti, di cui vi anticipiamo l'intervento di Elisabetta Tosi, presidente di AIC.

“L’Associazione Italiana Celiachia è nata nel 1979 in un panorama di assenza totale di tutele e di assistenza nell’affrontare una malattia di cui si conosceva ancora pochissimo.  Dopo 35 anni di attività, l’AIC conta circa 60.000 associati e ha contribuito a modificare radicalmente i diritti dei celiaci in Italia. Oggi assistiamo ad un’ampia e diffusa conoscenza della celiachia, che ha portato anche a incrementare il numero di diagnosi ed a facilitare la quotidianità dei celiaci. Beneficiamo del sostegno del SSN, che eroga gratuitamente ai celiaci i prodotti senza glutine, abbiamo una etichettatura molto più chiara, che permette al celiaco di essere autonomo nella scelta dei prodotti adatti alla propria dieta, e una vasta ed ampia scelta di alimenti senza glutine, che garantiscono qualità, gusto e sicurezza. A questi, si aggiungono i servizi messi a disposizione direttamente dall’AIC: il Prontuario, il Marchio spiga barrata, la rete dei ristoranti senza glutine del network “Alimentazione Fuori Casa” AIC, i gruppi di aiuto-aiuto delle sedi locali.

Ancora molto resta però da fare: ampliare la conoscenza della cucina senza glutine tra i ristoratori e incrementare il numero di supermercati dove è possibile acquistare i prodotti per celiaci con i buoni del SSN, oltre a mantenere il potere di acquisto dei buoni mensili del SSN.  E resta l’obiettivo di una diagnosi precoce e corretta di celiachia. L’AIC prosegue il suo impegno nel diffondere una corretta conoscenza della celiachia tra la classe medica, organizzando convegni e distribuendo materiale informativo, in particolare tra tutte quelle specialità non direttamente afferenti alla gastroenterologia, ma che possono riconoscere quei sintomi extraintestinali legati alla celiachia. Penso, ad esempio, ai medici dentisti, che possono riconoscere alterazioni dello smalto dentale o della mucosa della bocca, quali primi segnali della patologia, o a quelli che si occupano di infertilità, una delle complicanze di cui la celiachia può essere causa. Tramite la nostra Fondazione Celiachia, poi, promuoviamo la Ricerca Scientifica su Celiachia e Dermatite Erpetiforme finanziando i migliori progetti con i fondi 5x1000 donati dai contribuenti. Siamo particolarmente attivi nella ristorazione, dove organizziamo, anche in collaborazione con la sanità pubblica locale, corsi su celiachia e cucina senza glutine, anche negli Istituti Alberghieri, e abbiamo in programma di estendere la nostra attività formativa, anche con corsi on-line rivolti a diplomati e professionisti della ristorazione. Oggi, ciò che resta fondamentale è l’energia che ci danno i nostri iscritti, la nostra “linfa vitale”: con il loro sostegno non solo economico, ma anche come volontariato, riusciamo a portare avanti le nostre attività e a trovare stimolo e motivazione anche di fronte alle sfide più grandi, come quella di difendere, anche in questo momento storico di crisi, il diritto alla salute delle persone celiache”.

Elisabetta Tosi – presidente AIC Associazione Italiana Celiachia

 
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