Inoltre è produttore di aceto di vino, in ogni modo e misura, con ogni vitigno e legno: sopra al ristorante c’è la sua bottaia. Poco distante il bosco che, ci confida, “ho piantato per i miei nipoti, nella speranza che possano utilizzare legni speciali se vorranno continuare l’esperienza”.
A proposito di nipoti, sua figlia Elisa, produttrice di un intrigante Barolo, ci ha raccontato di come Niccolò voglia diventare cuoco.
“Prima impara a far di conto” è stata la sua risposta e, forse inconsapevolmente, ha messo il dito nella piaga vera della ristorazione italiana: non saper far di conto tra materie prime, gestione e sacrosanti ricavi di un locale. Ma questa è un’altra storia e siamo certi, grazie al buon consiglio, che Niccolò diventerà un bravo cuoco e un bravo imprenditore.