Una soppesata ricerca della propria strada
Tutto ha inizio da una cena presso I Tigli, dove Stefano conosce la pizza di Simone Padovan, che gli allarga gli orizzonti: “Ma allora esiste - si dice - un modo alternativo, ragionato, di fare la pizza!”. A colpirlo non è solo il tipo di impasto ma anche gli ingredienti che vanno a creare il topping della pizza, selezionati e accostati con cura. Così ci prende gusto nello sperimentare impasti in casa.
Comincia ad informarsi ma non è facile trovare corsi sulla pizza, finché, nonostante il suo interesse non verta sul pane, non si convince di seguire il corso di Ezio Marinato ad Alma, attratto dall’approccio moderno alla panificazione. Gli stage a Casa Vissani, nella brigata pane, pasta fresca e dolci, e al Panificio Moderno di Rovereto, gli restituiscono una visione ampia del mestiere. Fino a quell’approccio con Niko Romito, che suona come il coronamento di un percorso voluto, soppesato.
Sei mesi nella cucina del Reale poi il passaggio al laboratorio di panificazione, ultimato in quel periodo, dove inizia un’esperienza che lo porta a diventarne responsabile. Nel frattempo prende forma anche Alt, che “inizialmente - racconta Stefano - doveva essere il punto vendita del laboratorio, in realtà, per la grande lungimiranza di Niko Romito, è diventato molto di più”. Così è chiamato a fare formazione anche allo staff del nascente Alt, dove conosce Erika, la sua attuale compagna, che lavora in sala.