Il 2017 si può considerare l’anno dei record in tema di alimentazione, grazie ad un fatturato dell’industria alimentare che ha raggiunto i 137 miliardi di euro mostrando una crescita del 3,8%; non da meno la quota export che è cresciuto di oltre il 6%, con un valore pari a 41 miliardi di cui oltre 32 di prodotti finiti (dati 2017, Federalimentare e Osservatorio CibusExport).
Nel 2018, anno del cibo italiano, questi valori saranno riassunti e raccontati nel corso della più importante fiera di settore: il Cibus di Parma che è giunto alla sua diciannovesima edizione.
Si respirerà, ne siamo certi, un clima positivo perché i segnali sono più che buoni. Le performance di alcune aziende crescono di due cifre. La ricerca e l’innovazione sono al centro dei processi produttivi, con l’attenzione a non stravolgere o cancellare quello che ci viene universalmente riconosciuto: la sicurezza, la cura, la tradizione del cibo italiano, ormai seconda cucina di molti paesi del mondo, dopo quella locale.
Nei padiglioni di Parma andrà in scena tutto questo e ogni impresa offrirà il meglio di sé nel presentarsi. Questa è l’Italia che ci piace. Quella consapevole di avere in mano il grande valore che il cibo italiano sa offrire, in ogni parte del mondo si vada: l’accessibilità per tutti.
Non esiste altro paese al mondo con tale biodiversità. E non esistono cuochi così capaci di rispettarla come quelli di scuola italiana.
Ne vedremo tanti a Cibus di cuochi, ad ogni edizione cresce in maniera esponenziale il numero di aziende che si avvalgono di questa figura professionale negli eventi: chi nel ruolo di testimonial, chi in un percorso di ricerca e innovazione. Proprio analizzando questo ci verrebbe da auspicare che una fiera importante come Cibus, nelle prossime edizioni, potesse dedicare uno spazio esclusivamente al food service, in modo tale che i protagonisti della filiera possano entrare in contatto diretto con prodotti pensati per la ristorazione.
Non dimentichiamo, infatti, che il settore del fuori casa ha generato un valore pari a 83 miliardi, con una proiezioni di un +3% nel 2018. Si tratta di un comparto non trascurabile, anche per le ricadute positive che ha su altri settori, in primis quello del turismo.
Però necessita di essere spiegato bene, è importante che si conoscano le dinamiche di filiera, la ricerca su nuovi prodotti dedicati, il ruolo strategico che possono avere centrali d’acquisto come quella di Cateringross sempre più vocate ad integrare servizi verso il cliente – ristoratore.
Tutto questo è il futuro! Un luogo in cui ci si confronta, una sorta di market -mind, dove gli chef dialogano con l’industria alimentare e dove l’industria rafforza le relazioni con la distribuzione verso l’ho.re.ca. sarebbe un grande passo avanti per comprendere davvero le dinamiche della filiera, per dare il giusto valore al sistema di relazioni che si possono instaurare.
Nel nostro piccolo lo abbiamo fatto con la nostra manifestazione – Cateringross Food Summit – ma non ne siamo gelosi, anzi. Ben venga qualsiasi occasione di incontro tra produzione, distribuzione e ristorazione nell’anno del cibo italiano!
Mario Benhur Tondini