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Classico a Napoli

18/03/2024

Classico a Napoli

Addentrarsi in Via Santa Maria Cappella Vecchia significa lasciarsi alle spalle i rumori del quartiere di Chiaia. Nel borgo antico, non distante dal lungomare di via Partenope e da Castel dell’Ovo, il ristorante Classico gode di un dehor intimo e silenzioso che affaccia proprio nell’area dell’ex convento.

Qui, dal dicembre del 2016, vive una cucina che mostra la grande capacità di integrazione e di sintesi di Napoli. In testa alla brigata c’è lo chef srilankese Dilip Lakmal Roche, mentre alla gestione della sala il siciliano Gianpiero Arria

La sala del ristorante ClassicoLa sala del ristorante Classico

Oltre 150 le referenze presenti nella carta dei vini che abbracciano l’intero territorio nazionale e offrono anche un’ampia panoramica estera con etichette che vanno dalla Francia alla Nuova Zelanda. 

Gran parte delle bottiglie possono essere degustate al calice, ragion per cui Classico è un indirizzo versatile, dove poter vivere percorsi degustativi costruiti su misura ed anche aperitivi rinforzati con cocktail. Due le sale, di cui quella interna più grande ospita a rotazione opere di artisti contemporanei. 

Gianpiero Arria, Dilip Lakmal Roche, Simone ProfetaGianpiero Arria, Dilip Lakmal Roche, Simone Profeta

La cucina di Dilip Lakmal Roche

In Italia da quando aveva appena diciotto anni, Dilip è arrivato a Napoli con il desiderio in tasca di mettersi ai fornelli. Un amore, quello per la cucina, che gli è sempre appartenuto e che ha coltivato in ogni modo possibile.

Ha cominciato come lavapiatti e, man mano, ha conquistato spazio e ha dimostrato il suo talento. Oggi, dopo 12 anni, è a tutti gli effetti uno chef, dopo essere stato a lungo il sous chef del ristorante Classico.

Amo stare in cucina, così come amo tornare a casa e continuare a studiare e a fare ricerca. Le tradizioni italiane e napoletane sono fonte di grande ispirazione per me, anche se non dimentico i frutti e le spezie che ho nel mio giardino nello Sri Lanka, per questo provo a inserire un po’ del mio patrimonio gastronomico in ciò che preparo qui”.

Una storia di riscatto e di dedizione, ma anche di meritocrazia. Un indirizzo che esce fuori dai cliché proponendo una cucina chiaramente ricca di commistioni.

Alla base i classici della cucina italiana, rivisitati in chiave contemporanea e arricchiti da note esotiche. Prioritaria la stagionalità e la territorialità, il pescato è rigorosamente locale, tutti i prodotti provengono da piccole aziende biologiche. 

Per poter apprezzare a pieno la sua cucina lo chef propone due menù degustazione, da cinque e sette portate. Vanno citate, tra le altre, la triglia croccante con ricotta, salsa di cocco, lamponi e cannella, il risotto al basilico, animelle e amarene e l’anatra con radicchio in agrodolce, carote e mayo di acciughe. Un piatto che lo rappresenta - e che serve sempre con piacere - è il cappellaccio ripieno di genovese.

Classico a Napoli

L’eredità di Simone Profeta

Classico è un luogo accogliente, un riferimento anche per diversi addetti ai lavori. Infatti, dal mese scorso all’interno del menù è possibile trovare alcuni piatti iconici dello chef Simone Profeta.

Napoletano, da alcuni mesi è a Manduria, ad una quarantina di chilometri da Taranto, alla guida di Es - ristorante nel wine resort dell’azienda Gianfranco Fino Viticoltore

Ma, nonostante ciò, qui è possibile ritrovare qui il suo uovo pochè di gallina bianca livornese con spuma di patate, cipolla croccante e tartufo nero, lo spaghettone allo scarpariello del Vesuvio, i tagliolini, burro e tartufo nero e lo stracotto di manzo con morbido di patate e friarielli.

a cura di

Antonella Petitti

Giornalista, autrice e sommelier. Collabora con diverse testate, tra radio, web e carta stampata. Ama declinare la sua passione per il cibo e i viaggi senza dimenticare la sostenibilità. Sempre più “foodtrotter” è convinta che non v’è cibo senza territorio e viceversa.

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