La cucina di Dilip Lakmal Roche
In Italia da quando aveva appena diciotto anni, Dilip è arrivato a Napoli con il desiderio in tasca di mettersi ai fornelli. Un amore, quello per la cucina, che gli è sempre appartenuto e che ha coltivato in ogni modo possibile.
Ha cominciato come lavapiatti e, man mano, ha conquistato spazio e ha dimostrato il suo talento. Oggi, dopo 12 anni, è a tutti gli effetti uno chef, dopo essere stato a lungo il sous chef del ristorante Classico.
“Amo stare in cucina, così come amo tornare a casa e continuare a studiare e a fare ricerca. Le tradizioni italiane e napoletane sono fonte di grande ispirazione per me, anche se non dimentico i frutti e le spezie che ho nel mio giardino nello Sri Lanka, per questo provo a inserire un po’ del mio patrimonio gastronomico in ciò che preparo qui”.
Una storia di riscatto e di dedizione, ma anche di meritocrazia. Un indirizzo che esce fuori dai cliché proponendo una cucina chiaramente ricca di commistioni.
Alla base i classici della cucina italiana, rivisitati in chiave contemporanea e arricchiti da note esotiche. Prioritaria la stagionalità e la territorialità, il pescato è rigorosamente locale, tutti i prodotti provengono da piccole aziende biologiche.
Per poter apprezzare a pieno la sua cucina lo chef propone due menù degustazione, da cinque e sette portate. Vanno citate, tra le altre, la triglia croccante con ricotta, salsa di cocco, lamponi e cannella, il risotto al basilico, animelle e amarene e l’anatra con radicchio in agrodolce, carote e mayo di acciughe. Un piatto che lo rappresenta - e che serve sempre con piacere - è il cappellaccio ripieno di genovese.