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Coltivare rose edibili in connessione con la natura

04/07/2024

Coltivare rose edibili in connessione con la natura

Sentire il bisogno di connettersi, entrare in sintonia con il territorio che si abita è sempre più infrequente, considerando che ritmi ed esigenze di lavoro tendono piuttosto ad allontanarci dai luoghi che abbiamo scelto come nostra dimora.
Così ciò che indietro nel tempo era la norma, ai giorni nostri diventa l’eccezione che ci fa riflettere, la storia che non si può non raccontare, dopo averla stanata a Gressoney, nel più romantico mercatino di Slow Food che abbiamo in incontrato e che ci ha fatto pensare alla bellezza degli inizi di simili esperienze. Qualcosa ancora resiste. Ne siamo felici.

 Mercatino Slow Food a Gressoney Mercatino Slow Food a Gressoney

Il trionfo della natura a Pontboset
Ma vediamo di conoscere meglio i protagonisti di questa storia: Alan Bigoni e la moglie Angela che vivono stabilmente, con i loro tre pargoli, a Pontboset, un alquanto caratteristico villaggio, costellato di ben sei ponti antichi sotto cui scorre l’impetuoso torrente Ayasse, nella selvaggia Valle di Champorcher, in Bassa Val d’Aosta. Un luogo che non li ha visti nascere ma a cui sono approdati 12 anni fa, perché lì Alan ha trovato lavoro. Poi l’arrivo del primo figlio e quella sensazione di sentirsi ormai a casa, che li ha sospinti a pensare a come poter meglio sintornizzarsi con quel luogo in cui la natura trionfa.
È il 2018 quando, passeggiando con i bimbi (nel frattempo sono nati due gemelli), incontrano un giardinetto di rose antiche che li inebria con i suoi profumi e solletica la loro curiosità. Inizia così una fase di ricerca e approfondimento in materia che li conduce ad interessarsi delle rose edibili, non dopo essersi imbattuti in alcuni video accattivanti su you tube, dove  una ragazza asiatica coltiva rose ad uso alimentare e le cucina nei più svariati modi ( e in effetti questa è una millenaria tradizione partita dall’Asia, da cui siamo stati contaminati).

Pontboset. Foto di Visit PontbosetPontboset. Foto di Visit Pontboset

Tutte le rose sono commestibili ma...
La prima scoperta di Alan e Angela è che se, in linea di principio, tutte le rose sono commestibili, è pur vero che questi fiori sono tra i più trattati chimicamente per gli attacchi dei parassiti (funghi o insetti), motivo per cui è indispensabile che vengano coltivati espressamente per il consumo in tavola. E scoprono pure che ci sono rose più adatte di altre a questo utilizzo, vuoi perché più resistenti, vuoi perché più profumate e fragranti, vuoi perché ricche di petali (anche 120)...come le rose antiche o varietà selezionate in Olanda che presentano fragranze fruttate (limone, fragola, lampone, pesca...).
Questo mondo ricco di fascino ammalia letteralmente la giovane coppia, che nel 2019 inizia con il creare un piccolo roseto intorno a casa per testare il terreno, comprendere se le rose sarebbero cresciute più o meno agevolmente... “In un anno e mezzo - racconta Angela - le piante si sono strutturate e da quando sono sbocciate le prime rose non abbiamo più smesso di coltivarne, implementando gli acquisti di nuove varietà e pure lo spazio in cui sistemarle (individuato un secondo appezzamento di terreno al centro del paese). Alan, a cui è sempre piaciuto fare giardinaggio, si è tuffato nello studio e nella ricerca e ogni giorno ne pensa una...”. Incalza Alan: “Io non sono nè per lo sfruttamento della terra né per quello della pianta, non voglio spingere oltre quello che naturalmente mi possono dare. Quest’anno ho inserito nel roseto una colonia di coccinelle, che sono notoriamente predatori di afidi, per preservarne la salute, perché sono per utilizzare i prodotti naturali, che pur sono ammessi, solo in casi indispensabili.

Coltivare rose edibili in connessione con la natura

Connettersi sì, ma con la natura
Se si pensa che l’impegno principale di marito e moglie è quello di  lavorare nelle nuove frontiere del mondo del lavoro - avendo in qualche modo a che fare con il digitale per mezza giornata - e che il rimanente tempo lo dedicano ad un’attività che è agli antipodi, ci si chiede in quanti altri con il passare del tempo sentiranno l’esigenza di connettersi sì ma, come in questo caso, con la natura, con l’ambiente circostante. Con la vita.

Coltivare, raccogliere, creare trasformando
Di fatto il loro impegno prosegue imperterrito: oggi sono oltre 150 le piante coltivate nei due appezzamenti dedicati ed a attiva la loro piccola impresa: Il Roseto in Tavola. Della rosa si può mangiare tutto (petali, boccioli, cinorrodi, foglie) tranne le radici e i rami.
La modalità di raccolta, che la coppia esegue personalmente, cambia a seconda dell’utilizzo che ha in mente: serve il prodotto fresco da veicolare a qualche ristoratore per le sue insalate, il pesto, la caramellizzazione o altro? C’è bisogno di implementare l’essiccato, rigorosamente naturale, per tisane ecc...? Occorre rinforzare la scorta di sciroppi e marmellate?
Per ciò che devono trasformare si appoggiano ad un laboratorio qualificato del luogo, a cui portano le ceste di petali ogni volta che ne dispongono, senza attendere di accumularne certe quantità. Ciò che conta è la qualità del prodotto: i petali devono essere sani, belli e lavorati subito. Per cui si raccoglie, si pesa, ci cuoce. Sarà poi la fragranza delle diverse varietà di rose a determinare gusti sorprendenti, se si pensa che derivano dalla rosa stessa.

Coltivare rose edibili in connessione con la natura

I prodotti: dagli sciroppi alle confetture fino all’aceto di rose
Da come ne parlano, Alan e Angela sono innamorati dei loro prodotti di cui i figli, che stanno crescendo in quell’ambiente così naturale, sono i primi consumatori. “Soprattutto d’estate – spiega Angela - lo sciroppo di rose diluito nell’acqua diventa una bevanda fresca e dissetante che accompagno alla merenda dei miei bimbi. E loro ne vanno matti. Stiamo anche lavorando alla realizzazione di più tipi di sciroppo con varietà diverse di rose, per introdurli nel mondo dei cocktail”. Ci sono poi le confetture, tutte particolari, come quella fatta con la rosa alla fragranza di limone con aggiunta di scorza del limone: ad assaggiarle si scatena la fantasia su tutti gli infiniti abbinamenti possibili. Pan per il palato degli chef! Al di à della più semplice associazione con i formaggi (ideale la ricotta stagionata), proviamo solo a pensare al pesce ad esempio...alla fine la differenza la si fa con piccoli accorgimenti.
È in fase sperimentazione anche l’aceto di rose, da vino locale.

La famiglia Bigoni al completo. Da sx Aron, il figlio più grande, papà Alan e mamma Angela. Davanti i gemelli Alexandre e ArsèneLa famiglia Bigoni al completo. Da sx Aron, il figlio più grande, papà Alan e mamma Angela. Davanti i gemelli Alexandre e Arsène

“La mia intenzione – ci confida Alan – è di portare il più avanti possibile questo progetto, fino a dove arriverà”. Una sorta di accompagnamento che non vuole suonare come una forzatura. Alla sola idea di creare delle serre Alan inorridisce. “Natura nella natura” e “secondo natura” sono gli unici comandamenti che lo guidano.
E ora ci chiediamo come noi stessi che ne scriviamo possiamo rimanere distaccati da storie come queste.
La risposta è che non ci riusciamo.

Coltivare rose edibili in connessione con la natura
Foto di Angelo PerucchioneFoto di Angelo Perucchione
Roseto in tavola
Località Piolly, 41
Pontboset (AO) 11020
Italia
Mail:ilrosetointavola@gmail.com
Cell: 388 0549363 / 333 6708853
IG: ilrosetointavola
a cura di

Simona Vitali

Parma, la sua terra di origine, e il nonno - sì, il nonno! - Massimino, specialissimo oste, le hanno insegnato che sono i prodotti, senza troppe elaborazioni, a fare buoni i piatti.
Non è mai sazia di scoprire luoghi e storie meritevoli di essere raccontati.
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