Connettersi sì, ma con la natura
Se si pensa che l’impegno principale di marito e moglie è quello di lavorare nelle nuove frontiere del mondo del lavoro - avendo in qualche modo a che fare con il digitale per mezza giornata - e che il rimanente tempo lo dedicano ad un’attività che è agli antipodi, ci si chiede in quanti altri con il passare del tempo sentiranno l’esigenza di connettersi sì ma, come in questo caso, con la natura, con l’ambiente circostante. Con la vita.
Coltivare, raccogliere, creare trasformando
Di fatto il loro impegno prosegue imperterrito: oggi sono oltre 150 le piante coltivate nei due appezzamenti dedicati ed a attiva la loro piccola impresa: Il Roseto in Tavola. Della rosa si può mangiare tutto (petali, boccioli, cinorrodi, foglie) tranne le radici e i rami.
La modalità di raccolta, che la coppia esegue personalmente, cambia a seconda dell’utilizzo che ha in mente: serve il prodotto fresco da veicolare a qualche ristoratore per le sue insalate, il pesto, la caramellizzazione o altro? C’è bisogno di implementare l’essiccato, rigorosamente naturale, per tisane ecc...? Occorre rinforzare la scorta di sciroppi e marmellate?
Per ciò che devono trasformare si appoggiano ad un laboratorio qualificato del luogo, a cui portano le ceste di petali ogni volta che ne dispongono, senza attendere di accumularne certe quantità. Ciò che conta è la qualità del prodotto: i petali devono essere sani, belli e lavorati subito. Per cui si raccoglie, si pesa, ci cuoce. Sarà poi la fragranza delle diverse varietà di rose a determinare gusti sorprendenti, se si pensa che derivano dalla rosa stessa.