Dieci anni fa
i casi di allergia alimentare erano 9 milioni in Europa. Oggi sono quasi raddoppiati, arrivando a 17 milioni di persone, di cui 3,5 milioni di bambini.
Un fenomeno che ha stimolato l’ European Academy of Allergy and Clinical Immunology (EAACI) ad elaborare un documento, presentato a Milano durante il
World Allergy Asthma Congress che la Società europea ha organizzato assieme alla World Allergy Organization (WAO), che offre indicazioni per quanti ne soffrono ma anche per coloro che se ne debbono occupare, con particolare spazio alle donne in attesa, che per la prima volta hanno a disposizione indicazioni chiare e complete per la prevenzione delle allergie alimentari nei bambini.
L'obiettivo è costituire una piattaforma comune e condivisa di dialogo fra quanti devono gestire i pazienti e quanti possono prendere iniziative che incidano sulla loro vita: dai livelli di assistenza da garantire, ai test diagnostici gratuiti, a terapie e prodotti speciali, dalle regole per l'etichettatura dei cibi agli standard di cura, dalla necessità di lavorare gli alimenti potenzialmente allergenici in aree e linee di produzione fisicamente isolate nelle aziende agli interventi educativi necessari per la gestione delle allergie alimentari.
Per i pazienti, ma anche per i medici e per gli insegnanti, per i produttori alimentari e per i ristoratori, arrivano dunque le prime Linee Guida al mondo ad affrontare la gestione delle allergie alimentari dalla 'A alla Z'.
E si studia anche la possibilità di addestrare i gestori dei ristoranti ad affrontare una eventuale crisi allergica grave per potere utilizzare l'adrenalina così come si sta facendo già per l'uso del defibrillatore.