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Come l’Europa iniziò ad amare le patate

21/05/2024

Come l’Europa iniziò ad amare le patate

La storia delle patate inizia molto lontano da noi, erano infatti coltivate e consumate dalle popolazioni indigene delle Ande ben prima dell'arrivo degli europei. Quando Cristoforo Colombo, dopo averle scoperte durante i suoi viaggi nel Nuovo Mondo, le portò subito in Spagna, da lì la coltura iniziò a diffondersi in tutto il mondo. A metà del XVII secolo la patata cresceva già praticamente ovunque in Europa, ma si credeva che mangiarla facesse male, tanto che poteva arrivare a provocare la lebbra, motivo per cui veniva coltivata solo ai fini dell'alimentazione animale.

La sua diffusione come cibo per l’uomo incontrò molte resistenze, e  la Francia in particolare era molto sospettosa nei confronti di questa pianta che cresceva sotto terra senza l’ausilio di semi, Lo scettiscismo nei suoi confronti raggiunse il suo apice nel 1748, quando il Parlamento francese ne vietò totalmente la coltivazione. 

Antoine-Augustin Parmentier, nato nel 1737, era un farmacista e agronomo francese che arrivò a giocare un ruolo cruciale nel cambiamento della percezione di questo alimento. Durante la Guerra dei Sette Anni l’uomo venne fatto prigioniero dai prussiani, e per i tre anni in cui rimase chiuso in cella fu costretto a nutrirsi di patate, che da quelle parti avevano riscosso da subito un buon successo tra la popolazione. Questa esperienza gli fece comprendere il valore nutrizionale del tubero.

Antoine-Augustin-ParmentierAntoine-Augustin-Parmentier

Una volta scagionato tornò in Francia con una missione: promuovere la patata nella sua patria, come alimento di base. Condusse studi e pubblicò articoli per educare sia il pubblico che la comunità scientifica al consumo del tubero, e nel frattempo studiò delle strategie utili per cercare di eliminare lo scetticismo da parte, in particolare, della popolazione contadina. Da frequentante della corte reale, ebbe l’occasione di chiedere a Luigi XVI una mano nel cercare di migliorare la reputazione del tubero. Il re sole acconsentì ad aiutarlo, e gli donò un campo per la coltivazione, attraverso il quale l’uomo mise in scena un elaborato stratagemma. Per attirare la curiosità del popolo, infatti, dopo aver riempito il campo di patate decise di recintarlo e di mettere delle persone a fare da guardia. Queste misure di protezione, inusuali per una semplice coltivazione, fecero pensare ai contadini del luogo che il prodotto coltivato in quella terra dovesse essere molto prezioso, quindi iniziarono a derubarlo. Parmantier aveva istruito le guardie in modo tale che fossero molto permissive riguardo i furti, il risultato fu che in questo modo venne incentivata la diffusione delle patate tra la popolazione

Hachis ParmentierHachis Parmentier

Ma se i più poveri erano stati convinti, adesso bisognava convincere anche le élite. A questo scopo l’uomo organizzò banchetti in cui serviva piatti a base di patate, invitando personaggi influenti e membri della corte per far apprezzare le qualità culinarie del tubero. Luigi XVI e Maria Antonietta divennero convinti sostenitori delle patate, il che contribuì a migliorarne l'accettazione tra le classi più abbienti. 

Gli sforzi di Parmentier ebbero un impatto duraturo. Le patate divennero un alimento base in Francia e in tutta Europa, contribuendo a migliorare la nutrizione e a combattere la fame. La loro coltivazione su larga scala favorì lo sviluppo agricolo e la diversificazione delle colture. 

Oggi, molti piatti francesi a base di patate portano il nome dell’agronomo, come l'hachis parmentier (uno sformato di patate e carne) o la potage parmaniter. La sua eredità è evidente: la patata è diventata una delle cinque colture più importanti al mondo e sfama milioni di persone ogni anno.

a cura di

Federico Panetta

Varesotto di origine, è come una biglia nel flipper dell'enogastronomia. Dopo la formazione alberghiera lavora in cucina e si laurea in Scienze Gastronomiche presso l’Università di Parma. Oggi si occupa di comunicazione gastronomica collaborando con diverse riviste di settore.
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