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Come sono andate ristorazione e ospitalità durante le feste natalizie?

10/01/2023

Come sono andate ristorazione e ospitalità durante le feste natalizie?

Il recente periodo natalizio ha pienamente rappresentato la degna chiusura di un anno che si è rivelato importante per i consumi fuori casa e per il turismo, dopo il lungo periodo di crisi imposto dalla pandemia.

Non ci sono state città prese d’assalto, negozi con file chilometriche per comprare regali dell’ultimo minuto e neppure presi d’assalto dopo le feste per cambiare i regali. Segno, questo, anche di una maturità delle persone, di intendere il regalo come qualcosa di utile, di pensato.

 

Si è preferito anche investire e spendere di più su viaggi e cene conviviali, forse per la voglia di tornare, lentamente, a socializzare tra le persone, per gli affetti che si stringono ancora di più intorno alla tavola, senza pensare troppo ai regali ma favorendo invece il desiderio di stare insieme. E questa scelta ha portato, secondo alcune indagini statistiche, nel periodo natalizio a spendere quasi i due terzi della cifra dedicata al viaggio in ristoranti o in momenti conviviali.

 

Non che si sia ritornati ai livelli pre-covid, la situazione è ben diversa rispetto al 2019, ma che la ripresa, il desiderio di un viaggio o di un momento conviviale attorno al cibo sia un fattore ormai consolidato delle scelte di vita delle persone è un dato indiscutibile. Lo provano, ad esempio, i dati di FIPE-Confcommercio, secondo cui 500.000 persone in più hanno trascorso il Natale al ristorante: 4,9 milioni di persone rispetto ai 4,4 milioni dello scorso anno.

  

Che Natale è stato dunque per i ristoratori? 
“Abbiamo avuto giornate molto intense, pieno di prenotazioni, voglia di scoprire anche gusti leggermente diversi rispetto a quelli abituali della tradizione. E abbiamo dovuto diredi no a un sacco di persone perché la carenza di personale non ci permetteva un servizio adeguato” ci racconta un ristoratore.

 

E che tipo di vacanza è stata quella di fine anno? 
“Tranquilla, non ci sono stati gli eccessi che vedevamo negli scorsi anni, le persone hanno soggiornato da noi chiedendo come e cosa visitare sul territorio, molto ricercate le visite in malga alla scoperta di uno stile di vita e dei formaggi tipici del territorio. I regali e gli acquisti principali hanno visto le botteghe alimentari al primo posto”, spiega un albergatore di montagna.


Nuovi stili, nuove motivazioni di viaggio e di consumo che devono far riflettere l’intero settore dell’ospitalità. La carenza di personale è un problema che non può essere trascurato, sono necessarie nuove regole e un nuovo linguaggio nella ristorazione e nell’hotellerie per ingaggiare e motivare le persone che vorrebbero scegliere questo tipo di occupazione in un settore che, sempre di più, negli anni tenderà a crescere.
Questo è l’auspicio per un buon 2023!

a cura di

Luigi Franchi

La passione per la ristorazione è avvenuta facendo il fotografo nei primi anni ’90. Lì conobbe ed ebbe la stima di Gino Veronelli, Franco Colombani e Antonio Santini. Quella stima lo ha accompagnato nel percorso per diventare giornalista e direttore di sala&cucina, magazine di accoglienza e ristorazione.
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