Sulla confezione di formaggio contraffatto c’è la dicitura, in cirillico, “L’oro dell’Europa”, quindi la scritta Parmesan (in caratteri latini). C’è poi un logo che vuole palesemente evocare quello delle Dop europee e l’immagine del Colosseo (a ricordare l’italianità). E’ questo un classico esempio di agro pirateria in Russia che il
Consorzio del Parmigiano Reggiano è impegnato a contrastare.
Oggi arriva un’arma in più contro il “falso parmigiano”. Infatti le autorità russe hanno
accolto la richiesta di registrazione del Parmigiano Reggiano come Denominazione di Origine su tutto il territorio della Federazione, che è stata ottenuta il 19 giugno scorso e pubblicata sul Bollettino Ufficiale del Servizio federale di proprietà intellettuale il 12 luglio 2013.
L’iniziativa è stata illustrata alla stampa italiana, a Roma, dal direttore generale del Consorzio
Riccardo Deserti. Con lui sono intervenuti il segretario dell’Aicig- Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche
Pier Maria Saccani, il direttore generale Promozione e qualità agroalimentare del ministero delle Politiche agricole
Stefano Vaccari ed il direttore della Comunicazione di Auchan
Roberta De Natale.
“Possiamo dire che ci sono ‘50 sfumature di agro pirateria’ (50 per non dire mille) – ha spiegato Deserti -. Quella ottenuta in Russia è una protezione ampia; in alcun modo, ad esempio, sarà possibile l’uso di un nome geografico legato al Parmigiano Reggiano (es. Parma, Reggio Emilia), così come sono vietate le traduzioni (il che consente di intervenire se il termine originale è scritto in cirillico) e l’utilizzo in connessione con termini come genere, tipo, imitazione”.
Il
Consorzio del Parmigiano Reggiano esporta complessivamente 43.500 tonnellate. Quello della Russia è ancora un mercato minore, che assorbe 10 mila forme all’anno, ma in espansione e la stretta sull’agro pirateria consentirà (questo è l’obiettivo) di raddoppiare l’export del prodotto di qualità.
“Quella dell’agro pirateria - ha evidenziato Vaccari - è una guerra articolata che ha molti nemici e molte forme di battaglia. È importante la presa di posizione della Russia che tutela la “proprietà intellettuale” del Parmigiano Reggiano”. Per Saccani è una battaglia colossale; ed ha ricordato come negli Usa sia nato un Consorzio di “produttori comuni”, una lobby potente finalizzata a contrastare il riconoscimento delle Dop per la genericità delle denominazioni (a loro avviso parmesan, asiago, gorgonzola, feta, sarebbero nomi comuni).
De Natale ha presentato il progetto Auchan per sostenere l’export del made in Italy ed il direttore generale del Consorzio del Parmigiano Reggiano ha sottolineato l’importanza della collaborazione: “La GDO da controparte diviene partner”; con Auchan si pensa anche ad ampliare la presenza del Parmigiano Reggiano in Cina.
Certo i privati, anche se sono dei colossi come il Consorzio del Parmigiano Reggiano, non possono operare da soli, in tutto il mondo, nella lotta alla contraffazione. Da ciò la proposta di Riccardo Deserti di riorientare parte delle risorse europee dalla promozione alla tutela.
Monica Menna