Come si trasforma il colore in cocktail?
“Il cervello umano – spiega Terry nel suo libro, impreziosito dagli scatti cristallini del fotografo Erik Hor - utilizza con grande frequenza relazioni libere, fondendo tra loro gli stimoli dei sensi. Un profumo ci permette di immaginare un sapore, un colore può anticipare un profumo”. Associazioni logiche o percezioni ingannevoli, le vie del colore sono molteplici.
L’ispirazione cromatica permette di creare armonie ed equilibri, tenendo conto di texture, tono alcolico, uso del ghiaccio – un ingrediente a tutti gli effetti – e strumenti.
Il rosso non è un colore qualsiasi, è il colore per eccellenza: è piccante, sensuale e ribelle e molto di più. Deve essere dosato con sicurezza: gli amanti del rosso non accettano compromessi.
L’arancione è vigoroso, solare, ricorda i sapori freschi; il giallo è il sole ma anche il colore dei contrasti - il tradimento e l’allegria – e con lui bisogna osare. E poi il verde, simbolo della natura, di pace e serenità, eppure acido e astringente nella sua freschezza fruttata, chi chiede un cocktail verde vuole assaporare erbe aromatiche e profumo penetrante ma “di certo desidera una refrigerante leggerezza”. Il blu concilia il sonno e la meditazione: è il colore della notte, del mare e del mistero; un cocktail blu crea attesa, disorienta, promette…il viola sta a metà tra rosso e blu, tra intelletto e passione. Il nero, sembra immobile e piatto ma non lo è, ricorda lo spazio profondo, è l’eleganza; può essere morbido o pungente, come i frutti di rovo o la liquerizia; di sicuro non è prevedibile. E il bianco è un colore? Piuttosto un eccesso di luce.
Terry Monroe ci insegna tutto ciò, attraverso ricette spiegate con chiarezza e semplicità, perché: “Non sempre le ricette dei libri sono di facile interpretazione ed esecuzione. Ho voluto renderle comprensibili”.
Tra spiegazioni e suggerimenti, 99 cocktail per raccontare una storia, stimolare la fantasia, suscitare emozioni. Perché, afferma Terry Monroe nel suo libro: “In fondo, che lo si faccia per lavoro, per arte o per gioco, per amore, amicizia o per il puro e antico piacere dell’ospitalità, preparare un cocktail significa accogliere un’altra persona, incontrarla, prendersi cura di un rapporto che, anche se dovesse durare il tempo di un drink, non dovrà essere per questo meno intenso”.