Trentotto milioni di persone, almeno una volta alla settimana, consumano almeno un pasto fuori casa e, in questo contesto, secondo Nielsen Company, il 29% dei pasti non viene consumato al tavolo. Si sta affermando una ristorazione veloce e destrutturata – è il caso di chi decide di non mangiare a mezzogiorno, un fenomeno in forte crescita negli ultimi mesi - che genera l’effetto multicanalità: i bar che diventano piccola ristorazione, i ristoranti che cambiano pelle anche tre volte al giorno (colazione, pranzo veloce, cena raffinata).
Scenari che mutano velocemente e altrettanto rapido è il turn - over delle gestioni, come ha evidenziato di recente Esmeralda Giampaoli, presidente di Fiepet-Confesercenti; anche il ruolo del distributore cambia in rapporto alle diverse esigenze imposte dal mercato.
Oggi il ristorante viene rifornito, oltreché dai distributori del foodservice, anche dai produttori, dal cash&carry, dalla GDO.
Ma il distributore resta l’unico a visitare direttamente il locale. Su questo valore è importante far leva con iniziative mirate, come le consegne piccole e multiple, ma soprattutto serve fornire al ristoratore il maggior numero di informazioni possibili sui prodotti, il loro miglior utilizzo, le possibilità creative che ogni prodotto può esprimere nella trasformazione. Non bisogna infatti dimenticare che il cliente oggi chiede al cibo, consumato fuori casa, buone qualità organolettiche ma anche buono da pensare.
Il progetto Cucinarte va in questa direzione, mettere a disposizione, da parte del distributore, gli strumenti che consentano al titolare del pubblico esercizio di soddisfare la necessità di maggiore informazione per fornire qualità di prodotto e servizio alla propria clientela.