Invece si colpisce sempre lì, in categorie impossibilitate a difendersi perché troppo piccole, frammentate, incapaci di formare un fronte comune e, quindi, innocue. Ma si, grideranno un po’ nelle piazze, sembra che pensino i governanti; vuoi mettere se ad essere colpiti sono i poteri forti dello sport professionistico, o le grandi aziende che tengono in piedi l’economia?
È stato fatto un decreto, quello del 25 ottobre, che è un guazzabuglio di incertezze, di “forti raccomandazioni”, di punizioni per due settori, la cultura e la ristorazione che, forse più di altri, hanno investito in sicurezza durante la prima fase e che questi investimenti hanno dato risultati certi. Alcuni giornali riportano un’indagine AGIS – Associazione Generale Italiana dello Spettacolo che cita questo dato: dai primi di giugno ai primi di ottobre, su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli tra lirica, prosa, danza e concerti si è registrato un solo caso di Covid. Non esiste una simile indagine nel mondo della ristorazione ma non ci sono neppure notizie di molti casi, come testimonia il grafico che pubblichiamo, prendendolo a prestito da un articolo del Gambero Rosso.