Dopo avere lanciato release a singhiozzo sulla top ten più attesa da produttori, trade ed enoappassionati, la redazione di Wine Spectator ha svelato il vino giudicato migliore dell'anno, lo spagnolo il Rioja Imperial Gran Reserva 2004 di Cune, con un punteggio di 95/100, prezzato 63 $; al secondo posto il bordolese St.-Emilion 2010 di Château Canon-La Gaffelière; al terzo posto il Pinot Nero Willamette Valley Evenstad Reserve di Domaine Serene dell'Oregon. Unico nettare italiano nella top ten è il Barolo Monprivato 2008 di Giuseppe Mascarello & Figlio.
Una classifica che, per quanto ci riguarda, nel complesso parla ancora in prevalenza toscano e piemontese. Con risultati assoluti non di eccellenza rispetto ai Paesi del nuovo mondo vitivinicolo, a Francia e Spagna, ma con l'aspetto positivo di vedere tra i migliori 100 vini del mondo anche territori non così scontati presso il grande pubblico. Come dire: non benissimo rispetto alle valutazioni che ci venivano riconosciute 10-15 anni fa, relativo spazio ai soliti noti, ma con territori emergenti di assoluto interesse - negli anni passati del tutto snobbati - finalmente riconosciuti a livello internazionale, come per esempio Valtellina, Campania, Basilicata e Sicilia. Questo il trend che emerge dalla celebre “Top 100” 2013 della prestigiosa testata statunitense Wine Spectator.
Sedici i vini italiani classificati (come nel 2012), di cui 5 piemontesi: 4 Barolo e 1 Barbaresco, e 6 toscani: 2 Brunello di Montalcino, 1 Chianti Classico, 1 Nobile di Montepulciano, 1 Bolgheri e 2 Igt Toscana. A fare compagnia al Barolo di Giuseppe Mascarello & Figlio, classificatosi al 6° posto, arrivano il Barolo Albe 2008 di G.D. Vajra a occupare la 16ᵃ piazza e il Chianti Classico 2010 di Poggerino, 18°. A seguire, 21° il Bolgheri 2011 de Le Macchiole; 24° il Brunello di Montalcino Pertimali 2008 di Livio Sassetti.
Al 50° posto è di scena la Sicilia, con il Cerasuolo di Vittoria Classico 2010 di Cos; 58° il Vino Nobile di Montepulciano 2010 di Avignonesi; 61° il Barbaresco 2007 di Produttori del Barbaresco; a quota 66 si afferma la Basilicata, con l’Aglianico del Vulture Macari’ 2007 di Macarico. Al n. 80 si piazza il Maremma Toscana Mongrana 2010 di Querciabella, seguito, al n. 82 – gran bella sorpresa - dal Valtellina Superiore Sassella 2009 di Mamete Prevostini. Al n. 86 debutta in classifica il Barolo La Rosa 2008 di Fontanafredda. Al n. 91 un altro grande classico dell’enologia italiana, spesso ingiustamente sottovalutato: il Taurasi Radici Riserva 2006 di Mastroberardino. A quota 94 il Barolo Prapò 2009 di Schiavenza. Chiusura senza sorprese, tutta toscana, con il Brunello di Montalcino Montosoli 2008 di Altesino al n. 96, e con il Toscana Cancelli 2011 di Badia a Coltibuono, al n. 100.
Roger Sesto