“Per fare turismo servono informalità e autorevolezza e Rimini, insieme all’Italia, possiede entrambe queste caratteristiche”, lo dice
Oscar Farinetti inaugurando Al meni, la manifestazione ideata da Massimo Bottura e il Comune di Rimini, in collaborazione con Cheftochef emliaromagnacuochi e Slow Food Emilia-Romagna, che si tiene in questi due giorni a Rimini, e annunciando
l’apertura di un Eataly sul mare.
“Questo è un Paese che ha bisogno di crescere, di ritornare ad essere ottimista, di guardare avanti facendo leva sul buono che sa esprimere e Al meni ne è un esempio, grazie ai cuochi, agli artigiani e ai produttori che ci mettono il cuore, la testa e le mani per creare il bello e il buono” spiega
Andrea Gnassi, il sindaco di Rimini, in occasione dell’apertura dell’evento.
“Come nasce un’idea? Lasciando spazio alla velocità di pensiero, ma poi comprimendone l’essenza. Al meni è nata così, da un incontro con il sindaco, durato pochi minuti, con il sindaco dove Fellini, la cucina, la via Emilia, il viaggio e il circo sono stati parole in libertà. Poi fermate e portate a sintesi in questa manifestazione che celebra il meglio dell’Emilia-Romagna, con i suoi artigiani e produttori, e si confronta con i cuochi di tutto il mondo” racconta infine
Massimo Bottura, prima di dare avvio ai due giorni sotto il grande tendone da circo collocato sul lungomare che
ospita i 12 chef internazionali e i 12 di Cheftochef emiliaromagnacuochi, presentati da
Andrea Petrini nelle loro performance.
Piatti eccellenti ne connotano lo stile e la professionalità, con un prezzo alla portata di tutti, mentre fuori
il lungomare è animato dagli artigiani e dai produttori coinvolti da Cheftochef, da Slow Food, dalla Strada dei vini e dei sapori dei Colli di Rimini.
Un mercato delle eccellenze che forse rappresenta meglio di ogni altra iniziativa l’anima di questa terra che, sempre Farinetti ha definito
“il meglio dell’Italia gastronomica”.
Gente curiosa, predisposta ad assaggiare con interesse, a comprare per continuare a casa propria la condivisione del buono. Un modello che va sicuramente perfezionato, come in tutte le iniziative al numero zero, ma che traccia quella strada –la via Emilia – che, insieme alla via d’acqua del fiume Po,
porterà l’Emilia-Romagna nel cuore di Expo 2015.
E visto che si può e si deve migliorare, anche il grande tendone da circo, di per sé spettacolare, potrà vedere maggiore animazione se, alla prossima edizione, accoglierà anche i produttori con le loro mercanzie, in un rapporto diretto con i cuochi, dove magari
abili funamboli e trapezisti, pescandoli dalle cucine e dalle bancarelle, porteranno verso il cielo i piatti e le eccellenze alimentari dell’Emilia-Romagna.
Luigi Franchi