A pochi chilometri da Villa Cavenago di Trezzo sull’Adda, sede del wine tasting organizzato dalla Pellegrini spa, c’è uno dei luoghi eletti dall’Unesco Patrimonio mondiale dell’Umanità: il villaggio operaio di Crespi d’Adda. Un esempio illuminante della storia imprenditoriale italiana, una vera e propria cittadina costruita dal nulla dalla famiglia Crespi, industriali cotonieri, per i suoi dipendenti e le loro famiglie, nella seconda metà dell’Ottocento. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari. Adesso è un sito di archeologia industriale perfettamente conservato, che non ho mancato di visitare accompagnato da un pensiero: chissà se Pietro Pellegrini, attuale proprietario della Pellegrini spa, nella scelta di organizzare la presentazione dei vini che distribuisce a Villa Cavenago di Trezzo sull’Adda, ha scelto la location pensando alle storie degli imprenditori che qui hanno fatto un pezzo importante dell’Italia.
Certo è che anche la storia della Pellegrini spa non è da meno. Il bisnonno Pietro Pellegrini fondò l’azienda nel 1904, trasformando l’osteria che gestiva da fine Ottocento, in edificio per lo stoccaggio dei vini sfusi, cominciando la distribuzione all’ingrosso in tutta la Lombardia.
Gli attuali edifici aziendali sono ancora nello stesso luogo, a Cisano Bergamasco, e le antiche cantine oggi sono il caveau dove restano a riposare bottiglie che non saranno più messe in vendita, per diventare raffinata e ambita collezione.
Ad un secolo di distanza la Pellegrini spa è diventata una delle aziende leader nella distribuzione di vini e distillati nel canale ho.re.ca., con ottanta aziende italiane e internazionali che si sono messe in mostra a Villa Cavenago.
Pietro Pellegrini la racconta così: “Con le aziende che distribuiamo conta la condivisione di un progetto fatto da conoscenza del mercato, competenza di servizio, completezza dell’offerta. Non vogliamo un catalogo con troppe referenze. Abbiamo scelto un produttore per territorio, come nel caso di Ronco Calino per Franciacorta o Le Vigne di Alice nel Prosecco. Oppure, per lo Champagne, abbiamo scelto un solo négociant, Jacquesson, e due récolant, Agrapart & fils e Puillon: il primo usa solo uve Chardonnay e il secondo l’uvaggio classico”.
Le degustazioni, a cui ha partecipato un foltissimo pubblico di agenti e operatori, sono un vero e proprio viaggio nelle storie di questi produttori, accomunati da almeno due caratteristiche: le dimensioni aziendali, che non sono mai eccessive, e un chiaro progetto in testa per i loro vini, per dove vogliono arrivare. Quest’ultima non è cosa da poco.
Tra le storie raccolte quella di Cinzia Canzian e delle sue Vigne di Alice: produttrice di Prosecco, azienda al femminile con Pier Francesca Bonicelli come enologa, Cinzia si occupa del marketing e dello stile aziendale che riassume con leggerezza raccontando quanto le piace “accogliere la gente e introdurla nel nostro mondo, dove passione è condivisione, fare vino è condividere, vino è passione”.
Con Pietro Pellegrini è arrivato il momento dei saluti e la sua ultima battuta è sul modello di vendita: “Organizzare questi due giorni è l’occasione per dare a chi lavora con noi la possibilità di capire cosa propone, conoscere i prodotti e soprattutto i produttori è un aspetto importante che permette agli agenti di non soccombere in una vera e propria inflazione di offerta in cui versa il mercato italiano del vino”.
Luigi Franchi
Per saperne di più:
www.pellegrinispa.net
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