Dopo l'alluvione si sta facendo la conta dei danni nell'agricoltura delle regioni colpite e il tributo è ingente. In Liguria e Toscana, dove le coltivazioni e strutture devastate dalle acque si sommano ai pesanti disagi delle aziende che restano isolate, il calcolo è di decine di milioni di euro.
Secondo le stime della Cia - Confederazione italiana agricoltori, interi terrazzamenti di oliveti e vigneti sono stati spazzati via da frane e smottamenti, mentre in Toscana gli straripamenti dei fiumi e dei canali hanno invaso i terreni agricoli, strutture, aziende agricole, fabbricati rurali e macchinari.
"In questo momento qualunque quantificazione dei danni rischia di essere in difetto - prosegue il presidente della Cia di Massa Carrara, Valentino Vannelli - E tuttavia appare già innegabile la necessità che le autorità competenti attivino tutti gli strumenti utili al riconoscimento di stato di calamità naturale. Bene ha fatto la Regione Toscana a dichiarare lo stato di emergenza e stanziare fondi per i primi interventi di urgenza".
La Cia Liguria non usa mezzi termini: "Le aziende agricole hanno perso tutto. Al di là dei raccolti imminenti, è andato perduto il capitale fondiario sul quale gli agricoltori hanno versato sudore per anni ed anni".
Anche nel Veneto, anche se la situazione è meno grave, sono sott’acqua 600 ettari di terreni agricoli. Le zone più colpite sono Vicenza e Verona dove non hanno tenuto gli argini dei fiumi Alpone, Chiampo, Tramigna e Bacchiglione, mentre non c'è pericolo per le colture dei comuni dell'Est Veronese, essendosi già conclusa l'annata agraria.
Ad Confagricoltura Verona preoccupano i vigneti dell'Est Veronese che risciano l'asfissia delle piante se le acque dei torrenti e dei fiumi straripati non riusciranno a defluire velocemente o ad essere assorbite dai terreni.