Ormai tutti hanno commentato l’anno appena trascorso con comprensibili toni di rammarico e sconforto. E anche lo chef Davide Di Rocco - nato a Robbio, da anni trapiantato in Veneto - avrebbe tutte le ragioni per invertire il sorriso.
Ma se si crede davvero in un progetto nemmeno una pandemia mondiale e gli ingenti problemi che ne conseguono possono scalfire l’entusiasmo.
Quindi eccolo, Davide, con un accenno di sorriso e senza remore ad accogliere in sala senza divisa di cucina, a raccontarci la sua storia, a contornare questa nuova avventura.
Il Di Rocco Bistrot ha inaugurato la primavera scorsa, a Noale, fronte Castello, nell’edificio che per anni ha ospitato il ristorante Ca’Matta. Davide è approdato qui dopo una fortunata esperienza al Fuel, in Prato della Valle, ultimo anello di una vita praticamente dedita alla cucina. Prima, infatti: esordio da giovanissimo all’Abetone, poi Villa Crespi, Place di St.Moritz, hotel Bauer a Venezia, da Carlo Cracco e al fianco di Alessandro Breda al Gellius.
“Dopo l’esperienza al Fuel, che mi ha permesso di affermarmi da solista, ho avuto la fortuna di incontrare i proprietari di Ca’ Matta, questo stabile meraviglioso in pieno centro" - spiega lo chef. "Abbiamo trovato affinità di pensiero e capito che si poteva stilare un progetto nuovo, cambiando insegna. Così, da fine 2019 ho cominciato a riscrivere l’identità di questo posto, dagli spazi agli arredi, fino, naturalmente, alla proposta al tavolo, che si sta sempre più differenziando. Siamo in un contesto veramente piacevole, queste sale e questa luce trasmettono serenità. E poi abbiamo tanto potenziale sia in cucina e che in sala. E ci crediamo”.