Il modo migliore per capirne il valore può essere l’assaggio focaccia/burro come entrée: spicchi di focaccia croccante, leggerissima, accompagnati da una spuma di burro salato lieve come una nuvola: lo stomaco si apre e l’attesa della pizza diventa desiderio. E poi, eccola la pizza, regina indiscussa.
Denis Porta Venezia va oltre il concetto e la metodologia e offre oltre al menù classico e ben collaudato, un menù strutturato secondo 4 categorie, con 4 pizze dedicate alle 4 zone del quartiere e alle persone che vi abitano. Perché la gente si senta a suo agio, integrata e accolta.
Dedicata al movimento LGBTQ, assolutamente vivo in questa zona della metropoli lombarda, è realizzata a base bianca con i colori della natura invernale: una parte verde data dal cavolo nero, il rosso dato dal Radicchio di Treviso, l'arancione dalla zucca al forno, il blu-viola data dal broccolo. Si aggiunge una parte croccante data dal melograno, una polvere di olive e una fonduta di pecorino, per unire i diversi “colori”. Il contrasto dolce/acido/amarognolo che si crea è piacevole, non è scontato.
Fondamentale per raccontare a gran voce la filosofia di Denis sull'anti-spreco:
fiordilatte, acciughe, broccolo al forno con le sue foglie croccanti, gambo del broccolo grattugiato: “Utilizziamo il cuore del broccolo, il fiore, poi la foglia e il gambo, due parti dell’ortaggio che solitamente vengono scartate”.
Una pizza con protagonista la patata di montagna al forno. La base è una margherita (pomodoro e fiordilatte) con cipolla caramellata e fonduta di pecorino. Una pizza classica ma vegetariana, attenta alle esigenze di tutti gli ospiti.
Per un quartiere eterogeneo, multietnico: fiordilatte, broccolo, salsiccia abbrustolita e salsa chimichurri, tipica argentina. Stesso Denis dunque, ma approccio innovativo, evoluzione del concetto e integrazione nell’anima stessa di una città, Milano, dai mille volti e dalle mille identità.
Crediti fotografici Aromi Group