E' saltato dal decreto sviluppo la norma che prevedeva i diritti di superficie di 20 anni sulle spiagge. Sono stati accolti dal Governo e dai relatori alla Camera alcuni emendamenti soppressivi della norma, con lo stralcio dei primi tre commi dell’art. 3.
Ad essere accolte sono state le proposte di modifica del Pd al testo del decreto che in origine prevedeva che per incrementare l’efficienza del sistema turistico italiano fosse introdotto un diritto di superficie sulle aree già occupate lungo le coste da edificazioni esistenti, aventi qualunque destinazione d’uso, avente durata prima di 90 anni poi, dopo l’intervento di Napolitano, diminuiti a 20.
Si riparte quindi da zero e la materia, stando alle dichiarazioni del Presidente della Commissione Finanze, Gianfranco Conte, potrebbe essere trattata nell’articolo 21 della Legge comunitaria.
Rimangono invece intatte le norme sui distretti turistici che, anche in questo caso, subiscono una modifica voluta dal Pd.
Resta in essere la procedura di infrazione per l’Italia da parte della UE per la mancata applicazione della direttiva Bolkestein, che prevede l’obbligo di aste pubbliche per assegnare le concessioni demaniali, così come succede in tutta Europa.
Soddisfatte le associazioni ambientaliste come Legambiente, Fai e Wwf, e così pure Fiba - Confesercenti, che giudicano il dietro front una nuova vittoria per i cittadini e per coloro che hanno a cuore i beni comuni.