Anche quest’anno saranno premiate quattro figure di spicco dell’enogastronomia, con il riconoscimento “Dire, fare, sognare! 2014”, compito non facile in una regione come l’Emilia Romagna, espressione di pregevoli individualità in ambito enogastronomico. Un premio giunto alla terza edizione, attribuito a chi meglio ha saputo promuovere, la cultura del cibo e del vino in Emilia Romagna. L’arduo compito di selezionare i candidati, a tre autorevoli firme del giornalismo enogastronomico, che compongono la qualificata giuria: Andrea Grignaffini, direttore creativo di Spirito Divino; Elsa Mazzolini direttrice della rivista La Madia, e Alessandra Meldolesi, giornalista e scrittrice, i quali non senza fatica hanno individuato quattro protagonisti, che nei rispettivi ambiti hanno lasciato il segno, affermandosi con successo. Svelati i premiati, che saranno: il massimo storico della cucina italiana, membro del comitato scientifico di Casa Artusi Alberto Capatti; uno dei padri della cucina molecolare Ettore Bocchia, il curatore della guida Slow Wine Fabio Giavedoni, la giornalista Vilma Galluzzi, quattro belle storie di professionisti che hanno saputo esprimere l’eccellenza, nelle rispettive attività lavorative, diventando punto di riferimento ognuno nei propri ambiti. Possiedono quel tratto distintivo che connota chi risiede in questa regione lambita dal Po’, dagli Appennini e dal mare, che si esprime nel linguaggio (“Dire”), nella manualità (“Fare”) e nell’essere un popolo che sa vedere oltre (“Sognare”). Oltre al riconoscimento a quattro personalità che con modalità diverse si sono distinte nella promozione della cultura enogastronomica, il 9 giugno a partire dalle 10,30 al Cattolica Teatro Snaporaz, verrà premiato il lavoro di un operatore di ogni provincia emiliano romagnola, da Piacenza a Rimini, scelto tra ristoratori, baristi, enotecari e torrefattori. “Un iniziativa che da sempre Partesa sostiene – spiega Alessandro Rossi di Partesa - Ambasciatrice enoica nelle sue migliori espressioni, è un punto di incontro tra chi il vino lo produce e chi lo fa bere”.
Luca Bonacini