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Diventare esperti di prodotti tipici del territorio

19/10/2023

Diventare esperti di prodotti tipici del territorio

È vasto e plurisfaccettato il mondo dell’enogastronomia. Spesso e volentieri il nostro principale limite sta nel non conoscere tutte le possibili strade percorribili, in termini lavorativi, e quindi privarsi della possibilità di trovare il percorso giusto per noi.
Si rinnova l’impegno di Ial Scuola alberghiera di Serramazzoni in collaborazione con l’Istituto di Istruzione superiore L. Spallanzani di Castelfranco Emilia a dare il via ad un corso, finanziato dai Fondi Europei gestiti dalla Regione Emilia Romagna, di specializzazione post diploma (IFTS) per Tecnico esperto in valorizzazione delle tipicità enogastronomiche del territorio, rivolto a giovani e adulti disoccupati, inoccupati o occupati, di norma in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore (ma anche dell’ammissione al quinto anno dei percorsi liceali e diploma professionale di 4° anno di ambito ristorativo ma anche turistico). Saranno 800 le ore di lezione, di cui 300 in stage, distribuite tra il 22 novembre e il 28 luglio. Le iscrizioni restano aperte fino al 19 novembre.

Corso IFTSCorso IFTS

La versatilità del corso

«Il tecnico esperto delle tipicità enogastronomiche – spiega la direttrice della Scuola Alberghiera di Serramazzoni Giovanna Cammelli - è in grado di promuovere esperienze territoriali integrate (ambiente, storia, enogastronomia, sport, cultura ecc.), re-interpretare le tradizioni del territorio in funzione dell’evoluzione dei gusti, con particolare attenzione alla biodiversità e sostenibilità ambientale (riduzione dello spreco nel processo di produzione e riuso).

Il nostro corso insegna come sviluppare prodotti ed eventi tra tradizione e innovazione, valorizzare le eccellenze locali e il territorio, usare i canali social e altri strumenti digitali per comunicare l’enogastronomia del territorio, realizzare menu a base di prodotti tipici, curando l’elaborazione e presentazione dei piatti, selezionando i fornitori che offrono garanzie di qualità».

Diventare esperti di prodotti tipici del territorio

Quando la formazione sa orientare
Dalle parole della direttrice è intuibile quanto il corso si presenti articolato e composito, trattando materie che di rado si incontrano nei percorsi formativi precedenti e avendo il potere di fornire veramente uno spaccato delle applicazioni nel complesso mondo dell’enogastronomia.
“Non pensavo che ci fossero tutti questi sbocchi possibili” è un’osservazione ricorrente fra i corsisti. C’è chi sta studiando all’università e desidera orientarsi o sta lavorando e sta pensando di cambiare.
Una cosa è certa: un corso così articolato cambia chi lo frequenta, gli consente loro di fare scatti qualitativi, di maturazione, per cui ne esce diverso da come è entrato. Anche solo l’opportunità di esperire ulteriori ambiti rispetto a quelli solcati fino a quel momento, attraverso un’esperienza di stage nel contesto lavorativo che si desidera conoscere meglio, per una figura adulta - che magari ha già intrapreso una diversa strada - non è cosa da poco.
Sono gli stessi project working, che i ragazzi sono tenuti a presentare all’esame di fine corso, spesso improntati sulle loro reali intenzioni, a svelare che un cambiamento in loro è in corso. C’è chi trova il coraggio di aprire quel ristorantino che sognava da tempo, chi getta le prime basi per un’apertura di una IAD (impresa alimentare domestica), chi trova nuovi spunti per arricchire il proprio lavoro, chi ha capito che l’imparare a conoscere veramente bene i prodotti gli potrà aprire diverse porte...

Giulia TamarriGiulia Tamarri

Giulia, che porta i turisti stranieri a conoscere i segreti delle rezdore

Forse non diventeranno mai abili come le nostre nonne, ma di sicuro Adriano Barberi, italo-americano che vive nel South Carolina, e la famiglia Cappo, arrivata dal New Jersey, non dimenticheranno il loro soggiorno modenese. A far vivere loro un’esperienza unica attraverso il cibo è stato un accompagnatore turistico di Spilamberto.

Giulia Tamarri, 41 anni, ha ideato un progetto per condurre i turisti stranieri alla scoperta dell’enogastronomia modenese e bolognese. "Ho vissuto dieci anni all’estero, con la valigia sempre pronta, lavorando come libera professionista per agenzie turistiche che portavano i clienti ovunque in Italia, tranne che in Emilia-Romagna – racconta Giulia - rimasta senza lavoro a causa del Covid, ho frequentato diversi corsi di formazione. Quello che mi ha cambiato la vita è stato il corso per tecnico esperto delle tipicità enogastronomiche, gestito da Ial Scuola Alberghiera di Serramazzoni. Per me è stato come un master universitario, lo consiglio a tutti. Non sono diventata brava in cucina, ma ho imparato a guardare il cibo con occhi diversi e ho deciso di inventarmi un nuovo mestiere: guidare i turisti nei luoghi in cui vivo e proporre loro un viaggio tutto focalizzato sull’enogastronomia".

Nasce così Travel with Rezdora, che accompagna i visitatori stranieri a conoscere non tanto i luoghi e aziende più celebri, ma i piccoli artigiani e produttori di Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Modena, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, Lambrusco, Pignoletto, ciliegia Moretta, castagna di Zocca, patata di Montese, gnocco, crescentine, tortellino tradizionale di Castelfranco ecc.
Ecco cosa può produrre un corso ben fatto.

a cura di

Simona Vitali

Parma, la sua terra di origine, e il nonno - sì, il nonno! - Massimino, specialissimo oste, le hanno insegnato che sono i prodotti, senza troppe elaborazioni, a fare buoni i piatti.
Non è mai sazia di scoprire luoghi e storie meritevoli di essere raccontati.
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