Le parole di
Alessandra Dolci, coordinatrice distrettuale antimafia, sono rimaste scolpite nella memoria di tutti i presenti, tanti e attenti.
Si riassume in questo semplice e, al tempo stesso, duro ammonimento l'incontro tenutosi il 22 febbraio alla Libreria Open di Milano, su uno dei temi più sensibili proposti da
DOOF, il contenitore ideato da
Valerio Massimo Visintin, con
Samanta Cornaviera ed il sottoscritto, per dare dignità e visibilità a quegli argomenti che, solitamente, nel mondo del cibo vengono più o meno trascurati.
Parlare di Mafie e ristorazione non è facile, anche solo pronunciare una parola sbagliata potrebbe procurare nocumento ai relatori che con coraggio e determinazione si rendono disponibili per affrontare un tema che è sotto gli occhi di tutti, ma che se non si riferisce a sentenze e indagini concluse, non permette una discussione aperta sui fatti.
Con la dottoressa Dolci ne hanno discusso
David Gentili, presidente della Commissione Antimafia del Comune di Milano,
Alessandro Galimberti, presidente dell'Ordine dei Giornalisti dela Lombardia,
Lino Stoppani, presidente Fipe, con la moderazione di
Cesare Giuzzi, del Corriere della Sera.
La ristorazione è un settore attraente, convengono i relatori, per la criminalità organizzata, non solo perché garantisce un facile riciclo di denaro, ma perché offre coperture e possibilità di costruire reti di rapporti anche con le istituzioni. Come scrivevo, però, senza condanne è impossibile parlare di ciò che definiamo infiltrazione mafiosa.
Il concetto espresso da Alessandra Dolci, però, ha spostato il tiro, permettendo un dibattito molto franco su quelle che sono le responsabilità di ciascuno di noi.
Esortandoci ad essere vigili e attenti, ad informarsi, perché “
Chi non sa, non vede”, così anche DOOF è, per lei, un modo utile per sapere e la dimostrazione che c'è sete di conoscenza è la presenza massiccia e attenta.”
Il cittadino può fare molto!”
La sensazione era di aver partecipato ad un momento civico ed intellettuale importante. Questo primo incontro Doof del 2018 è stato l’occasione di un confronto che segna una piccola svolta, l’inizio di un possibile lavoro congiunto, continuo, delicato, ma determinato tra cittadini ed istituzioni. Perché si, la mafia contamina la ristorazione da decenni e sarà estremamente complesso disinnescare il processo, però le soluzioni ci sono ed è consentito sperare, agire, progredire.
Prossimo appuntamento DOOF, sempre presso la Libreria Open di Milano, argomento:
Giornalisti, Blogger, Influencer: caos al crocevia dell'informazione.
Aldo Palaoro