Fra tutti ha avuto la meglio il progetto School job, ossia l’idea di creare un’applicazione in cui condividere le esperienze di stage, “compilando pure i ragazzi (come già i ristoratori) un questionario ispirato a criteri oggettivi, utile per i compagni che devono scegliere dove orientarsi (qui a Riolo funziona che si propone alla scuola dove si vuole andare a fare lo stage. Questa interviene solo in caso di difficoltà a trovare)” spiega Anna Polazzi (classe 4E).
“Si tratta – prosegue Bahi Ayoub (classe 2B) di chiedere all’azienda di iscriversi poi, dimmano in mano che qualche studente termina l’esperienza di stage, compila il questionario attribuendo il suo punteggio al ristorante, da uno a cinque rispetto ai criteri stabiliti. Così facendo si crea una classifica. Ecco, noi vogliamo mettere in risalto i dieci locali top! Anche per loro può essere un bel riscontro. Chi non è in questa fascia magari si fa qualche domanda. Noi comunque vogliamo mettere in luce solo il positivo”.
“Per noi studenti questa app è un po' come una bussola con cui orientarci” rende bene l’idea Aurora Plumari (classe 2B) che ancora l’esperienza di stage la deve sperimentare. “E per i ristoratori che si trovano nella classifica delle top 10 è sicuramente una buona immagine, anche agli occhi dei nostri genitori e delle persone che abbiamo intorno, che magari vanno più volentieri a cena da loro” interviene Mirco Cimatti (classe 2B), completando la lista dei benefici di una simile iniziativa.
Un buon contributo a questo progetto è arrivato anche da Carlotta Buzzi (classe 5C) e Jessica Cavina (classe 5B) che non hanno potuto essere presenti all’intervista perché impegnate entrambe nella giornata di orientamento universitario.