Mi sia perdonato il parallelo, ma stamattina, quando ho fatto il mio ingresso ad Eataly Smeraldo a Milano, scaglionato dai ragazzoni della security, ho riportato alla memoria le immagini che le TV americane diffondevano nei primi giorni dopo la caduta del muro di Berlino.
Fiumi di persone incantate difronte a scaffali pieni di ogni ben di Dio, facce gioiose di chi per la prima volta dopo tanto tempo vede l'abbondanza e la qualità della quale non godeva da tempo.
Il parallelo potrebbe sembrare azzardato, però voglio insistere, perché seppur condizioni, presupposti e storie siano diverse, oggi a Farinetti va riconosciuto un merito, aver abbattuto un muro, molto sottile, psicologico, il muro che da qualche tempo impediva di guardare avanti.
Continuiamo a sperare di risalire dalla crisi profonda nella quale siamo piombati, pochi hanno il coraggio di riconoscere che ci vorranno anni, pochissimi si stanno dando da fare, affinché si affronti l'oggi senza aspettare il domani.
Farinetti, con l’incedere da caterpillar, provoca reazioni contrastanti, esagerate, dall'una e dall'altra parte, io ritengo sbaglino entrambi, i fans adoranti e i detrattori di professione. Andiamo oltre il muro della diffidenza.
Oggi girando per i corridoi immacolati del nuovo Eataly Smeraldo, mentre le autorità salutavano il numeroso pubblico presente, io mi son concentrato sulle facce dei ragazzi, tutti molto giovani, che emozionati cominciavano a dispensare consigli e a somministrare prelibatezze. Ebbene il primo merito di questa industria del cibo di qualità è che da oggi più di 300 persone hanno un lavoro e se la scommessa di Farinetti sarà vinta, presto saranno ancora di più, così come aumenterà anche il giro d'affari di quest'angolo di città ormai dedicata al buon cibo e al divertimento con conseguenze ancora maggiori sull'occupazione e sui consumi.
Consumi di cibo, buono, sano, anche giusto, visto che a festeggiare Eataly c'era anche Carlo Petrini, a dimostrazione che il cibo, così come anche la cultura, danno lavoro a tanta gente a partire dall'agricoltura, passando per il commercio e per la ristorazione.
Questo si leggeva oggi nelle facce della gente, un muro è caduto, la crisi è un'occasione per migliorarsi, tutti, un augurio, dunque, a chi oggi inizia questa avventura ed offre a Milano nuove opportunità.
Aldo Palaoro