Che il 2018 possa davvero essere considerato l’
anno del cibo non ci sono dubbi. Se, infatti, il
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo lo ha ufficialmente dichiarato tale, a consacrarlo sul campo ci hanno pensato turisti e viaggiatori. Le prove, nero su bianco, vengono da più parti e mostrano come la passione per il gusto riguardi ormai
un target quanto mai differenziato. Anche per età.
In base a uno studio di
Hotels.com, per esempio,
la cucina locale è il fattore determinante, in grado di influenzare le scelte di viaggio e le mete di due terzi dei millennials (70%), seguita (per la verità a una certa distanza) dalla bellezza delle spiagge (41%), dalle opportunità di shopping (18%) e dalle promozioni e offerte di viaggio (15%). Secondo il sondaggio, inoltre, i giovani sarebbero
più interessati ai cibi che assaggeranno durante il viaggio (64%) che alle visite a monumenti o a luoghi di importanza storica (58%) o all’esplorazione del paesaggio e della natura (27%).
La tendenza è confermata da
Airbnb, la community globale che permette di organizzare viaggi scegliendo alloggio, attività da svolgere e persone da incontrare. Sul suo portale, infatti, le
esperienze food, vale a dire le proposte enogastronomiche organizzate da persone del luogo, sono ormai le più gettonate e con oltre
600 opzioni coprono il
37% dell’offerta. Sebbene risultino
più costose della media (65 euro contro 54), si rivelano le più apprezzate. Non a caso, il 60% dei guadagni degli host deriva proprio da queste. Il che mette in evidenza l’enorme potenziale rappresentato dal food made in Italy e dalle eccellenze locali, anche sul fronte del turismo.
Mariangela Molinari