Torniamo a est – ma non dimentichiamo il Piemonte - e ci fermiamo in Alto Adige dove il Pinot Bianco Schulthaus della Cantina San Michele Appiano offre un connubio travolgente con gli Agnolotti del plin di Seirass del ristorante La Ciau del Tornavento di Treiso nel cuore delle Langhe, terre tanto di grandi vini quanto di piatti suggestivi.
Ai piedi della Mendola, nei pressi del Castello Moos-Schulthaus, quarant’anni fa il winemaker Hans Terzer individuò un nuovo modello di vinificazione che valorizzasse il Pinot Bianco che all'epoca, in Alto Adige, rappresentava l'unico vino a bacca bianca capace di dominare nella terra dei rossi dolomitici. A Terzer venne l'idea di selezionare le migliori uve dei conferitori per vinificare circa il 70% in acciaio e il restante 30% in legno. Quindi, grazie ai prodigi della fermentazione malolattica per una parte del Pinot Bianco, si ottenne un bianco aumentato in morbidezza ed eleganza. Il risultato prese il nome di Schulthauser.
Profumi di mela, pera, fino all'albicocca ed eventualmente la susina, all'esame gustativo lo Schulthaus è capace di sorprendere per ricchezza ed estrema eleganza, oltre che per l'invidiabile equilibrio.
A 400 km di distanza in linea d'aria dalla Cantina San Michele di Appiano, nel territorio delle Langhe in un ex asilo sorge il ristorante La Ciau del Tornavento dello chef Maurilio Garola, che suggerisce quello che è stato definito il “manifesto” della sua cucina, ovvero gli Agnolotti del plin di Seirass cotti in pentola insieme ad un canovaccio contenente fieno maggengo, saltati in padella con il burro e il timo serpillo, quindi presentati nel nido-grembo di fieno, simbolo della civiltà della tavola di Langa, per incontrare il Pinot Bianco Schulthaus in un abbinamento che unisce idealmente due territori ricchi di tradizione.